Emesso il 3 aprile del 1961 in occasione del viaggio del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi in Perù ed oggi sempre più raro, ha una storia affascinante che ha reso il suo valore, per un errore, enorme. Tanto da valere “fino ad alcune decine di migliaia di euro” e da essere “ricercatissimo anche in tempi di pandemia”, momento fortunato per il business del collezionismo in cui “il giro d’affari è aumentato considerevolmente”. Ne parla con l’Adnkronos Giancarlo Martignone, direttore della filatelia di Bolaffi, storica casa d’aste specializzata in beni rifugio e da collezione.
La sua prima fortuna? “Essere emesso il giorno di Pasquetta. E ritirato il giorno dopo: il grafico che lo aveva disegnato per tracciare i confini del Perù utilizzò infatti un vecchio Atlante che non teneva conto della recente annessione del triangolo amazzonico. Ne scaturì una protesta ufficiale del consolato peruviano”, narra l’esperto. “Furono pochi i collezionisti ad andare alle poste per acquistare il francobollo prima dell’ordine di ritiro dal mercato – ricorda – Su alcuni milioni di Gronchi Rosa stampati, ne furono distribuiti poco meno di 80mila, compresi quelli apposti negli esemplari di lettere che tuttora si conoscono e sono oggetto di fascino. Dopo il ritiro dal mercato, il valore aumentò immediatamente e tutti gli appassionati del tempo fecero a gara per accaparrarsene un esemplare”.
Nel frattempo, il francobollo rosa fu sostituito con un altro (grigio) con i confini corretti. Ed arrivò la seconda fortuna per il mitico Gronchi Rosa: “gli ufficiali postali furono in fretta e furia convocati per ricoprire le lettere, in cui era stato attaccato il francobollo rosa, con uno grigio. Queste buste sono esemplari che oggi valgono tra i 1.550 e i 2mila euro”. Ma ce ne sono che viaggiarono solo ‘in rosa’? “Sì – risponde il direttore della Filatelia Bolaffi – Sono le buste più rare. Il loro valore può arrivare ad alcune decine di migliaia di euro”. “Furono regolarmente timbrate nei luoghi di arrivo – spiega – Ce ne sono nel mondo in tutto all’incirca una decina. Una di queste è stata affrancata con la quartina dei Gronchi Rosa. E’ unica. Venduta da me personalmente ad un grande collezionista italiano per alcune decine di migliaia di euro”, riferisce con soddisfazione.
Il meno ‘pregiato’ è il Gronchi Rosa ‘sfuso’, “che vale sotto i mille euro – precisa l’esperto – ma può arrivare ai 2-3mila se in buona conservazione e provvisto di certificato filatelico Bolaffi”. Grazie al quale nonostante il covid i francobolli da collezione vanno a ruba, tanto che nell’ultimo anno la rinomata casa d’aste afferma: “Abbiamo venduto online circa un centinaio di esemplari. Il collezionismo è insito nell’uomo e il Gronchi Rosa come tutta la filatelia sono storia: pochi sanno che anche il francobollo da 170 lire per la visita del presidente in Argentina, aveva una svista geografica: la mancata attribuzione della Terra del Fuoco che però non fu rilevata perché il governo di Buenos Aires non avanzò alcuna protesta” e dunque, ironia della sorte, l’affrancatura non ebbe fortuna.
Valore? “Non oltre 30 euro per il trittico dei tre francobolli dedicati al viaggio di Gronchi in sud America: Argentina, Uruguay e Perù”. Stampati in verdino, azzurrino e grigio, fratelli ‘poveri’ del mitico Gronchi, nato con la camicia ‘in rosa’.
(fonte: ADN Kronos)