NAPOLI – Al Teatro Elicantropo di vico Gerolamini giovedì 7 febbraio alle 21.00 va in scena Malastrada, un lavoro di Tino Caspanello, presentato dalla compagine siciliana Teatro Pubblico Incanto.
L’allestimento si avvale della presenza in scena, oltre allo stesso Caspanello, di Cinzia Muscolino e Tino Calabrò; l’elaborazione suono è a cura di Giovanni Renzo, le scene di Tino Caspanello.
Malastrada è un luogo in Sicilia, il capo estremo a nord est,dove si dovrebbe realizzare il progetto del ponte sullo stretto di Messina.
Con l’avvicendarsi di governi, economie e sistemi politici, l’idea del ponte sullo Stretto di Messina ritorna puntuale a impegnare dibattiti, oppure rimane sopita, nascosta, proprio come i mitici mostri Scilla e Cariddi.
L’incipit drammaturgico da cui prende vita il lavoro teatrale è:«Svelare la verità che si nasconde dietro alle cose, senza mai nominarle, dimenticando quasi la loro ragione di esistere e la loro origine ».
Malastrada è una riflessione a priori, attraverso il viaggio di una famiglia, madre, padre e figlio, in luoghi ormai cancellati, bui, dove scoppia la violenza ed emerge con forza l’incapacità di comunicare con i luoghi e le persone.
Il tema del lavoro di Tino Caspanello non è la necessità né l’importanza socio-economica del ponte sullo stretto ma di quello che diventerebbe l’intero paesaggio: sarebbero distrutte case e strade, rasi al suolo cimiteri e nuclei boschivi.
Sparirebbero mestieri e microeconomie e dunque verrebbe intaccato pericolosamente il tessuto sociale, così delicato nei suoi equilibri già precari per annose, secolari questioni che ancora oggi fanno del meridione il “meridione”.
I tre personaggi, padre, madre e figlio, affrontano il percorso come un pellegrinaggio, attraversando luoghi senza memoria e senza identità.
Anime vaganti e incattivite, vittime sacrificali del ricatto che violenta i territori, barattando l’Appartenenza con mostri di acciaio e cemento.
L’attraversamento di quel territorio rappresenta il crollo definitivo della comunicazione, e trascina i tre protagonisti verso una violenza, che, sempre in agguato nel loro non dire, mette a nudo le miserie del ricatto.
(Foto: Ufficio stampa)