Galoppatoio coperto: cominciano i lavori

PORTICI – Dopo aver siglato l’accordo formale, giovedì 7 marzo si è svolta al cortile di Palazzo Mascabruno la cerimonia di consegna delle aree oggetto dei lavori previsti dalla programmazione PIU Europa Città di Portici  “Il restauro conservativo e la rifunzionalizzazione del maneggio coperto, nell’ambito del Sito Reale Borbonico”.
Le aree sono passate dal Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” al Comune di Portici.
Alla cerimonia erano presenti numerose autorità, tra cui il commissario straordinario dott. Manzo, il direttore del Dipartimento di Agraria prof. Masi, il senatore Enzo Cuomo, gia sincado della Città, il subcommissario Dottoressa Fico e l’arch. Russo della Soprintendenza.
L’apertura del cantiere, i cui lavori saranno diretti dall’arch. Ciro La Greca, è stata possibile grazie alla collaborazione fra l’Amministrazione comunale e la “Federico II”
Il galoppatoio di Palazzo Mascabruno, che si estende su un’area di circa 600 m², è un rarissimo esempio di maneggio coperto per l’addestramento dei cavalli.
L’intervento in programma garantirà il completo recupero e valorizzazione del maneggio, che seppur non come scopo il ripristino della sua originaria funzione di galoppatoio coperto, sarà una grande area coperta a disposizione per iniziative artistiche e culturali.
Il restauro dell’intera Fabbrica è previsto in un secondo momento in base ad un nuovo progetto.
Palazzo Mascabruno, fatto edificare ai primi del ‘700, venne poi acquistato da Carlo III di Borbone, che lo destinò ad alloggiamento della truppa Reale e Regia Scuderia.
La ristrutturazione fu realizzata  tra il 1740 al 1754 dall’architetto Tommaso Saluzzi.
La facciata ha quattro ingressi distinti attualmente murati; rimaste tracce dei timpani delle finestre del piano nobile; all’interno, corrispondono altrettanti cortili.
La scala interna di pregevole fattura  dal galoppatoio porta al giardino; era questo ingresso  che usava il Re.
Il completo recupero del maneggio coperto restituirà dunque all Città un’ opera paragonabile soltanto a quello del castello di Schönbrun, costruito tre anni dopo.
Entrando dal retro del palazzo si può accedere alla prima camerata, lunga quasi 100 metri con arcate a tutto sesto ribassate, con lesene sulle pareti che terminano con capitelli corinzi.
Superata la prima camerata si entra in un primo cortile, poi in una seconda camerata ed infine in un secondo cortile di circa 1300 m², dove sul fondo trovavano posto le stalle dei cavalli e quindi sulla sinistra il galoppatoio.
L’imminente restauro riporterà dunque in vita quest’opera poco conosciuta, quasi dimenticata, vanto della Città.
Tutte le autorità intervenute alla cerimonia di consegna hanno espresso soddisfazione.
L'interno del galoppatoio
Il cortile d'accesso al galoppatoio