Coincidenza? Cabala? Tutto programmato? Messaggio divino?
Misteri della fede.
La Chiesa, ufficialmente, non accetta la numerologia, le coincidenze cabalistiche, ma nei secoli i vari ordini se ne sono sempre serviti per comunicare messaggi a volte chiari altre volte, tante, subliminali.
La pubblicità l’ha inventata la Chiesa: si è sempre servita, nei secoli, delle massime emergenze creative per rappresentare in immagini il messaggio e la parola Divina.
La Chiesa è stata da sempre una grande struttura espertissima dei mezzi di comunicazione di massa.
Andiamo per ordine.
La scelta del nome: Francesco. È il primo papa nella storia della Chiesa con questo nome che rappresenta l’umiltà e la fratellanza.
Francesco è Jorge Mario Bergoglio, argentino, gesuita.
I gesuiti, un potentissimo ordine religioso.
Un gesuita a capo della Chiesa è cosa strana, soprattutto per chi ha sempre identificato la Compagnia di Gesù con una straordinaria macchina di potere.
Dal controllo del sistema bancario americano a quello della curia romana (non a caso il Generale dei Gesuiti è comunemente chiamato «il papa nero»).
Il “papa dell’altro mondo” viene interpretato, essendo gesuita, come il papa nero. In un precedente articolo, su queste pagine, ho parlato della profezia di Malachia, e del papa nero come ultimo papa della Chiesa, Pietrus Romanus, ci aspettavamo un papa di colore ed è arrivato il gesuita, il vero papa nero.
Secondo le profezie di Malachia il papa della fine del mondo, sarebbe il gesuita Francesco, dato che il capo dei gesuiti è chiamato proprio così.
Il motivo? Indossa una tonaca di colore nero. Un semplice caso, per chi allontana le ombre e non ritiene credibili le ricostruzioni premonitorie. Ma non per tutti, come dimostra il successo in rete.
Eppure, per un certo periodo, c’era chi credeva come potesse essere lo stesso Benedetto XVI l’ultimo papa della teoria di Malachia. Ma per alcuni sarebbe andata persa una delle trascrizioni delle profezie dello stesso Malachia, (il “Caput nigrum“), tanto che Benedetto XVI è stato retrocesso a penultimo Papa, quello descritto da San Malachia come il Gloria Olivae, mentre Papa Francesco è diventato di conseguenza l’ultimo Papa.
Quello che per alcuni coincide con la fine del mondo, o con quella di Roma, e lui, nel discorso si è definito più volte non tanto papa della Chiesa, ma vescovo di Roma e Benedetto XVI non tanto papa emerito, ma Vescovo emerito di Roma.
Francesco, l’ombra del papa nero vestito di bianco, vestito come volle Pio V nel 1566, un domenicano.
Un Gesuita vestito da domenicano (nella storia ordini contrapposti).
Tale scelta sembra rappresentare una messa in scena, o una volontà, di conciliazione tra due storici modi contrapposti di vivere la Chiesa. Una rappresentazione di un equilibrio simbolico.
Contrapposizione, equilibrio, espresso chiaramente nei numeri della data in cui è stato eletto: 13.3.13
Nella cabala il 3 rappresenta la trinità, unione del cielo (padre) la terra (figlio) e lo spirito santo. Ed è perfettamente al centro della sequenza.
Il 13 nella cabala è associato alla fine di un Ciclo e (o) all’inizio di un altro.
Il messaggio dei numeri: 13.3.13
La fine di un ciclo, per volontà dello spirito santo, e l’inizio di uno nuovo.
Ma i cattolici non sono cabalisti, o sbaglio?
C’è poco da fare, è sempre una questione di linguaggio.
(Foto:web)
Mario Scippa