Caro Primo Ministro Letta, caro Ministro Zanonato

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Egr. Sigg.,
siete stati nominati per dirigere le operazioni Italia a favore dell’interesse nazionale.
Qui faccio riferimento al caso ILVA.
Apprendo dalla TV la vostra intenzione di nominare un Commissario e quindi di forza togliere la proprietà alla famiglia Riva della nota acciaieria, la più grande d’Europa.
Come cittadino italiano mi sento di dirvi che una decisione del genere è un atto di esproprio perpetrato solo a scopo politico, con l’ovvio risultato di un disastro annunciato, economico e sociale.
Vi prego non smettete di leggermi e portate la vostra attenzione fino alla fine di questo scritto.
Proseguo: se consideriamo bene la faccenda, bisogna ammettere che l’acciaieria, già fondata dallo Stato decine di anni or sono per consentire lo sviluppo dell’industrializzazione italiana, gestita allegramente da funzionari e dirigenti, da politici corrotti ed incapaci, ha prodotto allora un deficit di bilancio spaventoso.
A parte questo caso, è cronico per le aziende di Stato!
Vi chiedo chi è nata prima: l’acciaieria o i fabbricati ad uso abitativo che le stanno attorno?
La risposta è ben evidente: prima è nata l’ILVA e poi sono state costruite le case nelle vicinanze.
Il vero colpevole naturalmente è la famiglia Riva, proveniente dal nulla, quindi di scarso valore morale aggiunto. Non ha pensato alla modernizzazione dei sistemi di protezione ambientale.
Ma nemmeno i magistrati, che a spada tratta stanno distruggendo quella che si può definire la più grande acciaieria europea, non fanno il loro lavoro!
Chi può dare la colpa di inquinamento ambientale quando volutamente la popolazione si è spinta ad abitare nei pressi del colosso?
Continuo: oggi volete toglierla a chi l’ha fatta grande e florida ed ha dato lavoro a più di 40.000 addetti, che vuol dire un reddito per ognuno e un reddito per lo Stato, un nome per l’Italia.
Senza poi pensare a quanto ci è costato in ordine di importazione di latte contro tondini di Stato nei confronti europei.
Penso che oggi l’acciaieria, così com’è stata progettata ormai 50 anni orsono, inquina ed è poco competitiva rispetto alle moderne tecnologie.
Perché non trovare presso l’U.E. 8-10 mld di euro e con una mossa da veri statisti scegliere assieme all’attuale famiglia proprietaria un territorio in riva al mare, che può avere le prerogative adatte a creare un nuovo porto, a creare una nuova sede dell’ILVA e, sempre con una mossa rapida, fare iniziare i lavori di sbancamento preliminari nel più breve tempo possibile?
Nel contempo potete incaricare uno studio di fattibilità per un nuovo progetto pratico, moderno, e nell’arco di 2-3 anni spostare l’acciaieria fuori Taranto di almeno 20 km, proibendo la costruzione attorno ad essa di altri edifici, di un’altra città (vecchio scopo speculativo e di lucro); costruire solo eventuali fabbriche attinenti al lavoro ed all’indotto della stessa ILVA, senza dare la possibilità a nessuno di distruggere un altro sogno italiano, un’altra realtà da svendere allo straniero.
Dare un lavoro sicuro e sano alla popolazione pugliese che ha già tanto pagato in vite umane!
Siate veri italiani!!!
Ben sapete come vanno a finire i commissariamenti al fallimento, quindi alla svendita, con grandi patrimoni affondati, ma con grandi spese a favore di commissari, avvocati, politici ed accoliti.
Se credete di avere le “palle” per gestire l’Italia, prendete con coraggio la decisione più giusta.
La vecchia ILVA, una volta bonificata, sarà un’ottima zona per insediare altre attività produttive, meno inquinanti, che possono essere gestite nelle vicinanze dei quartieri abitativi.
Così la penso io.
Cordialmente, augurandovi buon lavoro

Gilberto Frigo

p. s. Se credete opportuno contattare un semplice cittadino italiano come voi, che ama il proprio Paese, posso esporre alcune dritte per risolvere il problema Italia in modo semi-indolore, pratico e veloce, per poter risalire dal baratro in cui stiamo ormai precipitando.
So che ci sono molti economisti, esperti che studiano questo problema, ma a volte le soluzioni più semplici non si vedono e sono le migliori.
(Foto by Linda Frigo)