Un poeta mi raccontò di una sera, quando scoprì il segreto della Poesia.
Di sera leggeva le sue poesie alle due figlie, prima che si addormentassero.
Romina di nove anni e Giulia di 12 anni, lo ascoltavano ad occhi chiusi.
Ogni sera al suono della sua suadente voce, lentamente scivolavano nel sogno.
Le sue erano difficilissime da comprendere, ermetiche, piene di metafore, di figure retoriche, ossimori e così via.
Sembravano parole che si susseguivano senza alcun senso, unite da un ritmo, da una musica che da sola creava immagini.
Una di quelle sere accadde un episodio bellissimo.
Dopo che si erano tutt’e due addormentate al suono della sua voce, il poeta spense la luce. Dopo posò il libro sul comodino.
Mentre lo posava Romina, la più piccola, si svegliò e iniziò a piangere. La prima cosa che pensò il poeta fu quella di averla impressionata con gli ultimi versi letti.
Erano versi crudi, duri, di una poesia che raccontava del dolore di un amore perduto.
Con voce rassicurante il poeta le chiese: «Romina, che c’è a papà? Ti sei spaventata? Non riesci a dormire?»
E lei: «No! »
«E cosa c’è? », chiese sorpreso il poeta.
«Perché hai spento la luce e posato il libro? Voglio ascoltarti ancora. Continua a leggere».
Il poeta pensava che non le fossero piaciute e glielo chiese: «Ti sono piaciute, le poesie che ti ho letto questa sera?»
Lei con uno sguardo estasiato, come solo i bambini sanno avere naturalmente, gli rispose ridendo e asciugandosi le lacrime: «Non ho capito niente di quello che hai letto, ma sono bellissime».
Meravigliato, in silenzio riaccese la luce, riprese il libro e le continuò a leggere altre poesie.
Era felice quel poeta quella sera, felicissimo.
La sua bambina aveva capito la Poesia.
Quasi piangeva dalla gioia, perché vedeva gli occhi della sua bambina brillare di Poesia.
Erano gli stessi occhi di chiunque si trova di fronte ad una cosa bellissima e non sa spiegarsi perché è bellissima.
Questa è la forza della Poesia, la bellezza.
E la bellezza non si spiega.
(Foto: web)
Mario Scippa