POSITANO – “Epoché” (foto) di Giovanna Pignieri, “Interno’s” di Ivan Scherillo e “Un gioco, promessa e svolta” di Alessandro Paschitto, sono i tre corti teatrali, scelti da Gerardo D’Andrea nel corso dell’edizione 2012 del festival La corte della formica diretto da Gianmarco Cesario, che compongono la terna della serata intitolata “Il teatro che verrà”, che chiude la decima edizione del Positano Teatro Festival – Premio Annibale Ruccello.
Appuntamento sabato 10 agosto alle 21 al Teatro Giardino in via Pasitea a Positano.
EPOCHÉ – Una giovane donna napoletana dorme e nel suo stesso sogno cerca di capire perché il meridione d’Italia si trova nelle condizioni attuali «che cosa è andato storto nella storia?» si domanda, attraverso i racconti di Giovanna II D’Angiò, Maria Carolina D’Austria, Matilde Serao, e un ipotetico assessore alle pari opportunità al Comune di Napoli (donna). Il viaggio temporale compiuto dalle tre donne, rese famose dalla memoria storica, si intreccia con quello della assessore e rinfacciandosi buoni e cattivi governi generano un “epoché” sulla questione meridionale. Del resto Epochè è la sospensione del giudizio, quel processo cognitivo dei Greci che prevedeva di astenersi da una valutazione nel caso in cui non si avessero a disposizione sufficienti elementi per formulare il giudizio. Il modo di affrontare i fatti storici delle quattro donne è pieno di ritmo e di ironia che aggiungono un tocco di leggerezza su un lavoro che ha nel finale una parte volta al pessimismo; quello del ripetersi degli errori nella storia delle dominazioni, del meridionalismo antico e della politica contemporanea. A scuotere però i panni impolverati delle protagoniste c’è la sognatrice che interviene ironizzando su ognuna di loro attraverso una musica d’atmosfera o con i miti che nel suo sogno le accompagnano, talvolta con le loro storie personali, in un continuo rimando tra passato e futuro.
INTERNO’S – È il tempo, l’interno del tempo. Il tempo visto come anello, la vita vista come scelta ciclica delle anime erranti. Un anello particolare perché, se è vero che in ogni cerchio un punto è uguale ad ogni altro, qui non è così. C’è un punto particolare, diverso da tutti gli altri. Un minuto nell’eterno circolo del tempo. Un minuto dove tutti passano infinite volte, “Prima di essere” o dopo che “sono stati” ed ogni volta possono scegliere di “essere ancora” o di “non essere più”, di restare lì, di fermarsi a raccontare la follia della vita e delle persone che la vivono.
Joshua è una persona, anzi non ancora! Anche lui passa, chissà quante volte l’ha già fatto e quante altre lo farà, per quel punto, trovandosi davanti una vera e propria fortesta. composta da statue animate che le parleranno con sarcasmo dei paradossi dell’uomo, del dolore, di ciò che lo ha portato a lasciare la propria istintuale natura per divenire un essere incoerente che non agisce per il proprio bene. Il guardiano del tempo chiede alle statue, coloro che si sono fermati, di raccontare le loro storie ed il motivo che li ha spinti a “smettere di essere”. Adesso tocca a Joshua scegliere…