CASERTA – Il Duel Village celebra la Giornata della Memoria con la proiezione dell’ultimo lavoro della regista tedesca Margarethe Von Trotta dedicato alla filosofa e scrittrice ebreo-tedesca Hannah Arendt.
Il film, patrocinato dall’Unione delle comunità ebraiche italiane, sarà nelle sale cinematografiche in esclusiva per due giorni: lunedì 27 alle ore 20.45 e martedì 28 gennaio alle ore 19.30.
Il biopic di una donna eccezionale, che ricostruisce un periodo fondamentale della sua vita, quello tra il 1960 e il 1964. Un film intenso, lodato dalla stampa e che lascerà il segno: inserite infatti anche immagini autentiche del processo a Eichman.
La trama del film
Scampata dagli orrori della Germania nazista, la filosofa ebreo-tedesca Hannah Arendt nel 1940 trovò rifugio insieme al marito e alla madre negli Usa, grazie all’aiuto del giornalista americano Varian Fry.
Dopo aver lavorato come tutor universitario Hannah divenne attivista della comunità ebraica di New York e cominciò a collaborare con alcune testate giornalistiche.
Come inviata del New Yorker in Israele, Hannah si ritrovò dunque a Gerusalemme e potè seguire da vicino il processo contro il nazista Adolf Eichmann, da cui prende spunto per scrivere La banalità del male, un libro molto controverso.
Per visionare il trailer del film http://www.youtube.com/watch?v=MBx_5rV_nQc
La storia
Hannah Arendt è il ritratto del genio che sconvolse il mondo, grazie alla sua scoperta della banalità del male; osò scrivere dell’Olocausto con parole che non si erano mai sentite prima e ciò provocò uno scandalo, ma non ritrattò mai nulla, nonostante gli attacchi di tutti.
Ebrea tedesca emigrata, le fu difficile recidere i legami dolorosi con il passato e il film mette in mostra il suo affascinante mix di arroganza e vulnerabilità, rivelando un’anima formata e sconvolta dall’esilio.
La pellicola mostra Hannah Arendt (Barbara Sukowa) nel corso di quattro anni, dal 1961 al 1964, in cui fu spettatrice, scrisse e sopportò la reazione nei confronti del suo lavoro sul processo al criminale di guerra nazista Adolf Eichmann.
Mentre partecipa al processo, rimanendo al suo fianco mentre viene contestata dai suoi critici e sostenuta da una ristretta cerchia di amici fedeli, si avverte l’intensità di questa donna forte, fuggita dalla Germania nazista nel 1933.
Accanita fumatrice e una donna orgogliosa, la Arendt ha successo negli Staes, ma la sua visione penetrante la rende un’outsider dovunque vada.
Quando scopre che il Servizio segreto israeliano ha rapito Adolf Eichmann a Buenos Aires e lo ha portato a Gerusalemme, è determinata a raccontare il processo.
William Shawn (Nicholas Woodeson), responsabile della rivista New Yorker, è eccitato di avere una stimata intellettuale a occuparsi di questo processo storico, ma il marito della Arendt, Heinrich Blücher (Axel Milberg), non condivide questo suo entusiasmo: è preoccupato che questo incontro riporterà la sua amata Hannah a quelli che entrambi definiscono i “tempi oscuri”.
La Arendt entra nell’infuocato tribunale di Gerusalemme aspettandosi di vedere un mostro, ma invece scopre una nullità. La sciatta mediocrità di quest’uomo non coincide con la profonda malvagità delle sue azioni, ma capisce rapidamente che questo contrasto è proprio l’enigma che bisogna risolvere.
Ritornata a New York, iniziando a comunicare la sua interpretazione rivoluzionaria di Eichmann, la paura si impadronisce del suo migliore amico, Hans Jonas (Ulrich Noethen). Lui la mette in guardia, dicendole che il suo approccio filosofico genererà soltanto confusione.
Ma la Arendt difende il suo punto di vista coraggioso e originale, convincendo Heinrich a sostenerla in questo percorso.
Dopo due anni di pensieri intensi, ulteriori letture e dibattiti con la sua migliore amica americana, Mary McCarthy (Janet McTeer), il ricercatore e amico tedesco, Lotte Köhler (Julia Jentsch) e, ovviamente, un confronto costante con Heinrich, consegna finalmente il manoscritto.
La pubblicazione dell’articolo sul New Yorker provoca immediatamente rumore negli Stati Uniti e in Israele, per poi estendersi al resto del mondo.
Hannah Arendt è l’importanza profonda delle idee, ma è soprattutto la commovente possibilità di capire il cuore.