GROSSETO – Nel processo di Grosseto non stupisce l’ultima “manovra” del Capitano nato a Meta di Sorrento. Secondo i suoi legali è infatti da tempo che Schettino desiderava ripercorrere i luoghi della tragedia. A poco più di due anni dal tragico sinistro che provocò 32 morti, Schettino vuole ritornare sulla “sua” nave. Solo ora però. E non quando De Falco lo intimava dalla Capitaneria di porto di Livorno. Secondo i suoi legali ora sarebbe importante salire a bordo per rendere omaggio alle vittime. Passeggeri e membri dell’equipaggio che in tutti i modi ha cercato di salvare quella notte. Da buon Capitano, come spesso si è potuto dedurre dalle sue parole, si è infatti vantato dagli esordi del processo di aver reagito tempestivamente al comando dopo l’impatto. Sarebbe quindi lodevole di aver limitato le dimensioni della tragedia: 4229 erano le persone a bordo.
Schettino sarebbe giunto sull’isola del Giglio la scorsa sera e pare si sia commosso quando il traghetto è passato davanti al relitto della Concordia. Qualcuno che si trovava poco distante da lui ha raccontato di averlo visto piangere. La Concordia, fatta riemergere dalle acque lo scorso 17 settembre dopo 19 interminabili ore di lavoro (solo una era bastata al Comandante perché si inclinasse), non è più la luccicante nave da crociera, ma a un gigantesco rottame, su cui persero la vita 32 vittime quella notte e due sommozzatori durante le operazioni di rimozione.
Nina Panariello