POMPEI (NAPOLI) – No alla svendita dei beni culturali del Paese. A chiederlo a gran voce, centinaia di guide turistiche della Campania che hanno manifestato davanti all’ingresso del sito archeologico di Pompei per opporsi alla istituzione della “guida nazionale” prevista dall’articolo 3 della legge 97 del 2013.
Con striscioni, fischietti e megafoni, le guide si sono date appuntamento in piazza Porta Marina Inferiore, dove hanno dato vita a un sit in organizzato dal Comitato Turismo Campania, appoggiato dalla Filcams-Cgil, dalla Uil-Uiltucs, dall’Usae-Finact, dalla Federagit e dall’Associazione Guide Turistiche Campane. In piazza con loro anche i rappresentanti degli accompagnatori turistici, la cui professione è fortemente minacciata dalla normativa.
In particolare, con l’istituzione della Guida nazionale si permette a soggetti provenienti dagli altri 27 Paesi dell’Ue di effettuare visite guidate in tutta Italia. Una legge che di fatto dequalifica le guide, elimina la competenza territoriale e la specializzazione a danno della qualità e del patrimonio culturale.
«Siamo scesi in piazza – spiega Pietro Melsiade, presidente dell’associazione Guide turistiche campane – in un periodo inusuale, cioè a inizio stagione, cosa mai capitata nel comparto turistico, per dire no a questa legge, a questo obbrobrio chiamato “legge europea” per creare confusione negli italiani. In realtà, è una legge emanata dal Parlamento italiano in fretta e furia il 6 agosto scorso, quando stavano già chiudendo le Camere, per fare un regalo a membri della Commissione europea e a qualche lobby del turismo internazionale, soprattutto tedesca e inglese. Di fatto, quindi, alcuni parlamentari, alcuni ex ministri stanno regalando i nostri beni culturali all’estero».
«L’istituzione della guida nazionale – dice Daniela De Vincenzo, vicepresidente dell’Associazione Guide Turistiche Campane – penalizza fortemente non soltanto la professione della guida turistica, ma cancella anche quella dell’accompagnatore. Apriamo le nostre frontiere per far sì che dall’estero si possa entrare, sfruttare il nostro patrimonio, creando proventi e ricchezza all’estero. Tutto ciò andrebbe a contribuire al Pil degli Stati che ovviamente sfrutterebbero il nostro patrimonio, ridurrebbe il nostro, con un effetto immediato sulla occupazione sull’intero comparto turistico».
«Con l’istituzione della guida nazionale – commenta Giorgio Leone, rappresentante Uiltucs Guide Turistiche – vengono utilizzati i professionisti di altri Stati a discapito dei professionisti locali che spesso sono persone laureate in lingue, in archeologia, in storia dell’arte che hanno sostenuto un esame superandolo alla Regione Campania. Noi non siamo contro la liberalizzazione del mercato ma le guide straniere, se vogliono diventare guide della Campania, devono sostenere lo stesso esame per dimostrare una conoscenza adeguata del nostro territorio».
Adelaide Borrelli