BARCELLONA – Tre 3 anni fa gli fu diagnosticato il terribile male alla ghiandola parotide, notizia che l’ha costretto lo scorso anno ad abbandonare per un certo periodo la panchina blaugrana, il tempo necessario per curarsi in America, salvo poi tornare nel finale di stagione, in tempo per vincere la Liga con il suo Barcellona. Già, il suo Barcellona.
Tito Vilanova, prima di allenare è stato un calciatore, di ruolo centrocampista, e proprio nelle giovanili del Barça ha cominciato a dare i primi calci ad un pallone. La sua carriera continua nelle fila però di squadre minori: Maiorca, Celta Vigo, Elche, fino al 2000 quando decide di appendere gli scarpini al chiodo. Inizia la sua carriera d’allenatore sulla panchina di squadre di bassa caratura, poi la chiamata alle giovanili del Barcellona, il ritorno a casa. Due anni con i ragazzini, poi il salto in prima squadra come secondo di Pep Guardiola, con il quale vince tutto, a livello nazionale e internazionale.
Dopo l’addio dello spagnolo la società sceglie lui come sostituto, Tito si ritrova così ad allenare la squadra dei suoi sogni. Giusto il tempo di vincere un campionato. La malattia non gli dà tregua e dopo una lieve ripresa, che aveva fatto ben sperare, la ricaduta. Giovedì scorso viene ricoverato d’urgenza ed operato. Tito però è stanco, stanco di combattere e si spegne, a 45 anni, tra l’affetto dei suoi cari. Nel cuore dei tifosi blaugrana e no, resterà sempre il ricordo di un professionista serio e leale. Ciao Tito.
Piero Scognamiglio