SALERNO – «La pelle sai che cos’è? Solo l’involucro dell’anima».
Se la si sente parlare di lei si capisce già tutto: la sua sicurezza è frutto di un lungo percorso dove il coraggio non le è mai mancato. La sua bellezza viene da dentro, nel suo emozionarsi quando si parla del suo percorso di vita. Un desiderio folle e forte il suo, radicato fin dentro il sangue: essere donna e sposare l’uomo che ama.
Un ulteriore sogno raggiunto: scrivere.
Martina Castellana, nota dermatologa, presidente della Commissione provinciale alle Pari opportunità e responsabile del primo Consultorio per la salute dei transessuali nel Sud Italia ha presentato a Salerno il suo secondo romanzo Il bambino ruvido, edito da Tullio Pironti.
La storia vede protagonista Greta, una donna che conduce una vita irregolare, scandalosa, sempre alla ricerca di un qualcosa.
In una malinconica sera di dicembre Greta conosce Angelo e tra i due scoppia una passione forte, ma Greta non immagina che Angelo è il bambino timido, affetto da psoriasi, con il quale ha trascorso l’infanzia nel brefotrofio quando lei, Greta, era ancora Nicola. La malattia ha reso la pelle di Angelo ruvida al punto da portare con sé paure e insicurezze.
Lo Speaker l’ha incontrata per parlare del suo ultimo lavoro letterario, ma soprattutto per farsi raccontare di lei, la wonder woman che ha fatto parlare e discutere tutta la stampa italiana.
Il bambino ruvido è il tuo secondo romanzo. Il personaggio ambiguo di Greta racconta l’evoluzione dell’individuo: rappresenta in qualche modo il tuo percorso e cam biamento?
Beh, Greta ha in comune con me un percorso: a differenza di me lei è un personaggio molto complicato anche perché vive in un contesto difficile. Le mie esperienze però riempiono i miei personaggi di tanto carattere e tanto cuore. Non sono scevra da loro, assolutamente no.
Scrivere è prima di tutto raccontare un’emozione, ma non si racconta senza avere con sé una grande valigia di ricordi e sensazioni che nel bene e nel male non puoi dimenticare.
Lo scrittore poi ha questo grande dono di tramutare tutte le cose che ha vissuto in luoghi, personaggi, e tant’altro. Amo la scrittura anche perché ti permette di vivere la vita tante volte.
È vero che stai già scrivendo il seguito della storia di Greta e Angelo?
Si, è proprio così, ma non voglio svelare nulla, se non che ne vedremo delle belle anche per l’entrata in scena di nuovi protagonisti.
Angelo è affetto da psoriasi, la sua pelle è ruvida. Il suo cuore invece com’è?
Angelo è un personaggio che soffre tanto per via della sua malattia, la pelle ruvida diventa negli anni un po’ la sua corazza, un modo di difendersi, poi incontra Greta e la sua vita viene sconvolta. Talvolta è lo spirito che trasforma l’immagine e il corpo.
E Martina, invece? Tu hai combattuto tanto: come ti senti ora? Le difficoltà ti hanno aperta o chiuso il cuore?
La ruvidità appartiene solo alla pelle di Angelo, né ad Angelo né a Martina. io continuerò a combattere mantenendo la mia sensibilità. Si è più forti quando più si è fragili.
Ti sei sposata a Londra: una fuga d’amore. Qual è la cosa più bella del tuo matrimonio e la cosa più triste?
La cosa più bella è che io non sapevo di andare a Londra per sposarmi, è stata una grande sorpresa, credevo di partire per un weekend, ma il mio compagno aveva già pensato a tutto.
La cosa più brutta è che non mi sono sposata nella mia terra, nella città che amo e dove sono cresciuta. In Italia non è possibile ed io mi sono sentita una ladra.
Ho ricevuto da Londra per regalo un sogno: i diritti prestati da una nazione straniera.
Prima di diventare dermatologa, facevi il modello a Milano, poi hai iniziato a disegnare, sei diventata stilista, ti sei messa in proprio e hai realizzato la prima gonna da uomo. La tua vita prima di essere Martina, la donna che ha lottato per il suo spazio, com’era?
Movimentata perché io sono sempre stata creativa e piena di entusiasmo. C’era però quel lato di me che in alcuni istanti pesava: quando non riesci ad esprimere quel che senti di essere soffri, stai male. Quando l’ ho capito ho chiuso un capitolo e ne ho aperto un altro: bisogna essere intraprendenti perché la fortuna aiuta gli audaci.
Lucia Cirillo