ROMA – Paolo Izzo è un poeta/scrittore eretico e pure un fumatore (con un po’ d’immaginazione possiamo sovrapporre il suo viso avviluppato dai fumi di sigaretta a quello di un condannato tra le esalazioni del rogo, magari far coincidere i baffi, e non solo, a quelli di Giordano Bruno…): uno che pensa con la propria testa per intenderci. Intanto perché non si può dire lo stesso per quello Stato laico che è l’Italia, le cui istituzioni continuano, come scrive egli stesso, a “genuflettersi preventivamente” davanti al potere dei Papi, e, poi, perché la pertinacia nel negare verità rivelate è una dote “molto eretica” che gli va riconosciuta, insieme al fatto di aver saputo trovare un modo “miracoloso” (ebbene sì, qui il miracolo c’è, come fa notare Rita Bernardini, Segretario dei Radicali Italiani) per denunciare senza censura su uno o l’altro quotidiano d’informazione le ipocrisie delle “democrazie reali” rispetto a questioni fondamentali come i diritti umani e lo stato di diritto.
Proprio dalle missive giornaliere di un “infedele che dissente”, e che noi preferiamo vedere come un “disobbediente civile”, il quale nel 2007 chiede di essere scomunicato dalla Chiesa cattolica con un manifesto di “autodenuncia”, esce oggi, in tutte le librerie, il nuovo lavoro di Paolo Izzo: “Lettere eretiche”, edito da Stampa alternativa.
Ha appena quattordici anni, Izzo, quando scopre il suo rapporto privilegiato con la scrittura e decide di “infilare” il suo pensiero adolescente negli spazi dell’informazione; gli stessi anni che occorsero all’eretico nolano per capire che a partire dallo studio della dialettica non vi sarebbe stata mordacchia capace di serrare la sua lingua.
Ne è trascorso di tempo da quel confronto cercato al ritmo delle battiture sui tasti della macchina da scrivere, con i suoi “dling!” dell’andare a capo, da cui ripartiva il filo dei pensieri; intanto si diffondono le reti informatiche e nascono i blog, da cui il nostro scrittore impenitente avvia dibattiti sulla laicità, politica, etica e psicologia, raccogliendo articoli, commenti e interviste già pubblicate sulla carta stampata.
Nelle Lettere Eretiche di Paolo Izzo troviamo la lotta nonviolenta delle associazioni radicali per l’amnistia e la “giustizia giusta” (non è poi mica tanto migliorata la situazione nelle nostre carceri da quando a Tor di Nona gli eretici venivano sottoposti a tortura…!!), i referendum per l’abrogazione della Bossi-Fini e della Fini-Giovanardi, e poi contraccezione, aborto, fecondazione assistita ed eterologa, eutanasia, ovvero la battaglia per la libertà di ricerca scientifica.
È attraverso questi temi “eticamente sensibili”, o molto più semplicemente “diritti civili”, che Izzo ha stimolato le risposte dei più autorevoli curatori delle rubriche di lettere della stampa nazionale, qui riportate: da Corrado Augias, a Michele Serra, da Luigi Cancrini a Furio Colombo e altri.
Temi perennemente attuali, se si pensa che solo oggi nella capitale sarà possibile discutere di alcune delle delibere di iniziativa popolare che riguardano i cosiddetti temi “eticamente sensibili”, dalle unioni civili al registro del testamento biologico, su cui i Radicali Roma hanno raccolto migliaia di firme già nel 2012, anno in cui lo stesso Izzo – che oggi è anche Segretario dell’associazione radicale romana- intitolava una sua lettera ai quotidiani “ Italia e Vaticano, di fatto una coppia”.
E pure quando nell’ultima sezione del libro dedicata alle lettere etiche, “Er etico” potrebbe diventare la distorsione dialettale di chi propone la sua etica profondamente “umana” nella città all’ombra del cupolone, le fiamme non si placano; ma adesso che i roghi non ci sono più e sono stati sostituiti da altro, ciò che scotta sono le realtà troppo spesso oscurate e omesse da quel dibattito pubblico che Izzo definisce anestetizzato, rispetto al quale pensa a suo modo di “esistere e resistere”.
Piera Scognamiglio