Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde nacque in Irlanda il 16 ottobre 1854 da antica famiglia nobile.
Il padre, sir William, era un noto medico oftamologo, scrittore di trattati medici. La
Madre Jane Francesca Elgee era una poetessa e scrittrice, irredentista irlandese seguace di lord Byron.
I Wilde abitavano a Dublino, dove fu battezzato nella religione cattolica.
Educato da precettori cattolici privati tra le mura domestiche fino a 9 anni, il giovane Oscar nel 1864 andò a studiare al collegio Portora Royal School a Enniskillen, nella contea di Fermanagh, dove nel 1873 vinse una borsa di studio. Poi passò al Trinity college di Dublino dove nel 1874 vinse una seconda borda di studio per la lettura gli autori lirici antichi greci.
Nel 1875 Wilde frequentò l’università di Oxford al Magdalen College, una scuola indipendente per i ragazzi e ragazze dove si distinse negli studi guadagnando medaglie di merito per le letture di autori classici.
Il giovane Oscar compì quindi un viaggio d’istruzione in Italia visitando Genova, Torino, Milano, Modena, Bologna e Venezia.
Alla morte di suo padre nel 1876 parti nuovamente alla volta della Grecia. Fece tappa a Roma dal papa Pio IX.
Tornato in patria collaborò con il Dublin University Magazine, alternando i suoi scritti con pubblicazioni di romanzi, saggi, poemi e poesie. Si laureò brillantemente l’11 giugno 1878.
Oscar Wilde si circondò sempre di amici pittori e poeti sia irlandesi che inglesi. Spesso le sue frequentazioni gli valsero la critica di essere un dandy spregiudicato e originale, ma soprattutto venne additato come omossesuale. Nei salotti di Oxford e Londra impazzavano i suoi aforismi e battute sarcastiche ancora oggi famosissimi.
Il 23 febbraio 1875 aderì alla loggia massonica Apollo di Oxford, su presentazione del suo amico poeta e scrittore inglese John Edward Courtney Bodeley.
Nel 1879 vinse il Premio Newgate con il poema “Ravenna”.
Si trasferì a Londra dopo la vendita della casa paterna di Dublino. Qui iniziò un fervida produzione di saggi, romanzi e articoli, tanto che in pochi anni venne considerato il più originale scrittore e poeta decadentista ed estetico sia in Irlanda che in Inghilterra.
Con l’operetta “Patience” nel 1881 iniziò una produzione per il mercato statunitense che gli valse l’invito dell’impresario Richard D’Oyly per un anno di conferenze: ne tenne ben 149.
Rientrato, si recò per un mese a Parigi, dove strinse amicizia con scrittori, pittori e poeti legati all’ambiente dell’ermetismo occulto francese.
Di nuovo a Londra, nel 1884, più per necessità economica che per sentimento, sposò la ricca ereditiera irlandese Constance Mary Lloyd da cui ebbe due figli, Cyryl e Vyvyan.
Nonostante il matrimonio Wilde si legò sempre più a relazioni omosessuali creando scandalo nell’austera società londinese. Inoltre la stampa conservatrice ed aristocratica gli fece il deserto intorno.
Aderì alla Società Teosofica e al Movimento magico Golden Down, nato nel 1888 e ebbe amicizie non solo epistolari con i rosacruciani Stanislas de Guaita e Pelàdan e con il martinismo francese, nato nel 1891 da Papus, guaritore e celebre scrittore, al secolo Gerard Encausse.
Nel 1888 Oscar Wilde raggiunse grande fama con il suo romanzo “Il ritratto di Dorian Gray”, un’allegoria in cui esaltava il valore assoluto e immortale dell’Arte e l‘esasperata ricerca del Bello.
Nel 1893 lo abbandonò anche il suo amico lord Alfred Douglass, scozzese detto Bosie per non essere coinvolto nella sua vita scandalosa.
Arrestato, nel 1895 venne processato per sodomia e bancarotta. Giudicato colpevole, i suoi beni vennero venduti all’asta e fu condannato a due anni di lavori forzati.
In carcere scrisse la sua opera più toccante il “De profundis”.
Quando uscì di prigione nel 1897, trovò ad attenderlo il suo fedele amico Robbie Ross,, che lo protesse fino alla morte.
Apprendendo della morte di sua madre e di sua moglie, Oscar Wilde, solo e senza appoggi riparò a Napoli ospite del massone egizio Sairtis, al secolo Giustiniano Lebano, nella famosa villa di Trecase.
Introdotto tra massoni e teosofi napoletani, Wilde fu amico e ospite della giornalista e scrittrice Matilde Serao. Nel 1898 scrisse a Napoli “La ballata del carcere di Reading”, la sua poesia più nota.
Quindi si trasferì a Parigi sotto il falso nome di Sebastian Melmoth.
Eccentrico e ammirato conversatore, sempre teso alla stravanganza, Oscar Wilde morì a soli 46 anni dopo aver bevuto un caffè con assenzio. Al suo funerale c’erano solo sette amici.
Michele Di Iorio