SORRENTO (NAPOLI) – Sabato 25 ottobre il salotto letterario animato da Carlo Alfaro al Cafè Latino Sorrento ha avuto un ospite d’eccezione, il napoletano Vincenzo Russo, che ha presentato il suo nuovo libro, “Che bello lavorare” (Homo scrivens ed.), in cui affronta il tema del mobbing, in modo sia letterario, attraverso la formula del romanzo e della vicenda appassionante, sia con competenza tecnico-scientifica.
L’obiettivo è quello di avere utilità di servizio per chi si ritrovi nelle situazioni in cui si dibatte la protagonista Marirò, personaggio ispirato alla vicenda di vita di una donna vera. «Marirò – ha spiegato la relatrice del testo Pamela Cuomo, di Positano – diventa l’emblema dei lavoratori vessati e sfruttati, lei che da ragazza entusiasta e capace, viene schiacciata e fatta ammalare da un sistema perverso, finché non si verifica in lei una definitiva presa di coscienza e di forza, a seguito della quale saranno gli “altri” a dover fare i conti con lei, e non viceversa». Scrittore, poeta, animatore culturale, impegnato nel sociale attraverso l’opera di volontariato (i proventi del libro andranno a favore della lotta contro la Distrofia muscolare), Vincenzo Russo ha già al suo attivo altre sei pubblicazioni ed è presidente dell’associazione artistico culturale “Talenti Vesuviani” di San Giorgio a Cremano, nonché responsabile del “Premio Nazionale di Poesia città di San Giorgio a Cremano”.
«La vita nel luogo di lavoro e le relazioni che vi si instaurano hanno molto peso sull’equilibrio psico-fisico di un individuo, e lo stress lavorativo cronico può creare nella persona una sindrome da disturbo post-traumatico, come è molto ben descritto nel libro», ha commentato la psicoterapeuta Letizia Raus. «L’idea che chi occupa una posizione di potere possa in qualche modo disporre della vita di chi gli è subalterno è purtroppo un “vizio” comune e pericoloso nelle relazioni umane», le ha fatto eco la collega Maria Grazia Santucci. «Serve il superamento degli individualismi e dei corporatismi», ha detto Michele Vitiello, rappresentante dei Forum dei giovani in ambiti locali e nazionali. «Il mobbing in Italia costringe oltre un milione e cinquecento mila lavoratori, stando agli ultimi dati diffusi dall’Università La Sapienza di Roma, a subire in silenzio le umiliazioni quotidiane dei datori di lavoro – ha concluso Alfaro – ma nella maggior parte dei casi non viene denunciato. Ben vengano dunque testi e incontri di spessore come questo per sollevare questi temi».