Sarebbe potuto essere l’epilogo di una stagione che li ha visti competere a distanza in un duello senza esclusione di colpi, nonché la rivincita della strepitosa finale di Wimbledon 2014.
Ma dopo un percorso che li ha visti dominare nei rispettivi gironi, il loro cammino si è fermato a ridosso proprio dell’ultimo match della stagione.
Dopo la semifinale di 2 ore e 48 minuti vinta contro Stan Wawrinka infatti Federer, che ha per altro dovuto annullare 4 match point all’amico Stanislas, si era subito reso conto di quanto fosse precaria la sua condizione fisica.
La schiena gli doleva e non era di certo un buon segnale: la settimana prossima gli svizzeri si giocheranno una finale di Davis che potrebbe consegnarli dritti nella storia. Perché a buon diritto si può dire che due fenomeni così, già è tanto vederli giocare contro, ma vederli addirittura giocare insieme è una cosa che non capita spesso, se non in caso di particolari congiunzioni astrali.
Così il 33enne di Basilea alle 18:30 di domenica, a 30 minuti dall’inizio della finale, ha dato l’annuncio del suo ritiro; se non ci fosse stato l’impegno con la Nazionale non ci avrebbe pensato su, ma è troppo importante per lui colmare uno dei buchi del suo straordinario palmarès, quella Coppa Davis che la Svizzera mai ha conquistato nella storia.
Djokovic, che la Davis l’ha vinta nel 2010 a casa sua, Belgrado, ha così potuto alzare il suo terzo trofeo consecutivo del Master di fine anno, impresa in cui mai nessuno era riuscito. E poco importa se l’ha ottenuto senza giocare: Nole quest’anno è stato sicuramente il giocatore più continuo e vincente: Indian Wells, Miami, Roma, Wimbledon, Parigi e adesso Londra, i tornei vinti: insomma il vero numero 1.
Per soddisfare il pubblico, si è improvvisato un set amichevole tra il padrone di casa Andy Murray, eliminato proprio per mano dello svizzero, e il neo campione Atp Finals.
Il serbo poi è sceso in campo al fianco di John McEnroe, anche lui vincitore per tre volte del Master, l’ultima volta nell’edizione dell’ ’84, esattamente 30 anni fa, in un doppio dal sapore amarcord contro il britannico Henman e Pet Cash, campione a Wimbledon ’87.
Gianlorenzo Attanasio