L’antica Pompei vola in Corea

Massimo OsannaSEUL (COREA) – Numero di visite da record per la mostra “Pompeii: culture of the ancient roman city” aperta dal 9 dicembre 2014 fino al 5 aprile 2015 al National Museum of Korea dove sono esposti 298 reperti provenienti dai siti archeologici di Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabia e Boscoreale e dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
L’esposizione coreana è la testimonianza di come questi siti non abbiano delimitazioni territoriali, perché sono patrimonio dell’umanità, riconosciuti dall’UNESCO. L’evento mostra un affascinante quadro dello stile di vita e della quotidianità dell’antica Pompei, provincia dell’Impero romano, sepolta dalla catastrofica eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
La grande varietà di reperti, tra cui sculture, resti di pareti affrescate, utensili da cucina, strumenti chirurgici, pani carbonizzati, testimoniano l’anima viva della città. La mostra illustra prima una sezione dedicata agli aspetti generali delle città vesuviane, poi una domus: le raffinate decorazioni delle pareti, i lussuosi arredi domestici, tra cui i notevoli affreschi della Casa del Bracciale d’oro, così chiamata dal gioiello che vi è stato ritrovato. Un’altra sezione dedicata alla religione riporta rappresentazioni di divinità, statuette in bronzo del larario, una statua di dea rinvenuta nella Villa dei Papiri di Ercolano probabile raffigurazione di Cerere.
Ancora, un’ulteriore sezione riservata alle oreficerie mostra argenti, ori, monili, un bracciale a forma di serpente con la dedica di un dominus alla sua schiava. Un’altra riguarda il commercio, attività principale di Pompei da cui la città riceveva  la floridezza economica. Tra i reperti bilance, pesi, monete, anfore.
L’evento esplora anche le tradizioni del culto dei morti esponendo in particolare il corredo funerario di una tomba pompeiana fatto di piccoli oggetti che si riteneva accompagnassero il defunto nel suo viaggio ultraterreno.
Altri aspetti rilevanti in mostra  vanno dalla pesca  all’erotismo. Infine sono esposti alcuni calchi in gesso delle vittime della tragedia.
In seguito l’esposizione verrà ospitata anche dal Museo della città di Ulsan per diffondere la cultura dei siti archeologici campani per cui i coreani mostrano grande interesse.
Massimo Osanna, soprintendente speciale per i Beni  Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, giunto in Corea per l’inaugurazione dell’evento ha precisato: «La mostra Pompeii: culture of the ancient roman city” è una straordinaria occasione per far conoscere la città antica di Pompei in tutto il mondo. Portare qui l’antica Pompei, nella suggestione delle opere esposte, è un modo di avvicinare ulteriormente la Corea allo straordinario patrimonio culturale italiano e in particolare ad un sito emblematico per la cultura italiana ed europea».
Poi ha continuato sottolineando: «Avvicinare alla cultura e alla sensibilità orientale un patrimonio di tale valore è per la soprintendenza di Pompei un motivo di orgoglio, strettamente connesso al nostro impegno e alla nostra vocazione di valorizzare e diffondere la cultura in ambito internazionale. Mi auguro che la collaborazione tra le nostre Istituzioni possa proseguire e consolidarsi attraverso nuovi progetti culturali e scientifici».
La curiosità suscitata dalla mostra ha spinto molti coreani a voler visitare gli scavi di Pompei durante le feste natalizie, ma purtroppo non è stato possibile perché in questo periodo il sito archeologico rimane chiuso.
Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ha spiegato: «L’accordo del giugno scorso con i sindacati prevede un nuovo calendario definitivo di aperture straordinarie per Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, Ferragosto e, con trattative annuali, anche l’1 maggio, oltre a tutte le domeniche. Chiusi invece i musei per Natale e Capodanno. Scelta permanente, non solo per quest’anno, per evitare cambiamenti continui di calendario e soprattutto per allinearsi con quanto avviene in tutto il mondo».

Una sala del Museo di Seul
Una sala del Museo di Seul

Tiziana Muselli