NAPOLI – 21 marzo, equinozio di primavera. Un sole stupendo su tutta la Cittàha accolto papa Francesco I, un uomo che è già diventato un mito.
Il pontificato di Jorge Mario Bergoglio, argentino, discendente da immigrati italiani, sin dall’inizio si è dimostrato degno della tradizione degli ultimi grandi papi, da Giovanni XXXIII al filosofo Paolo VI, dall’amatissimo Wojtyla all’insigne erudito Ratzinger. Ma anche dell’umiltà del papa del sorriso, Giovanni Paolo I: Bergoglio ha scelto un nome che ricorda un grande iniziato della storia cristiana, San Francesco d’Assisi, e questo ha un grande significato.
Partito da Roma in elicottero è atterrato a Pompei, alle spalle della grande basilica mariana.
Un bagno di folla, un grande schieramento di Forze dell’Ordine e di reparti in assetto militare d’onore, autorità civili e militari, delegazioni di nobili e di Cavalieri di cappa, anche una delegazione gay a testimonianza dell’apertura verso tutti, degno rappresentante di Gesù sulla Terra …
E lui, il pontefice umilissimo, sorridente e visibilmente commosso da quanti si stringevano intorno a lui bisognosi delle sue parole di conforto, è stato accolto dall’arcivescovo Tommaso Caputo e dal sindaco Nando Iuliano e da una delegazione gay, a significare la sua grande amorevole apertura verso tutti.
Dopo la funzione solenne e la supplica a Maria, il discorso alla popolazione e poi la partenza per Napoli.
Tappa a Scampia, uno dei quartieri più a rischio, non lontano dal carcere di Secondigliano, dove papa Francesco parla commosso alla gente con semplici ma decise, contro la corruzione, la malavita, la disoccupazione … Si rivolge ai detenuti, ai disabili, agli anziani, alle ragazze madri, agli orfani, ai senza casa. Incoraggia i camorristi a pentirsi e abbracciare Gesù. Invita tutti a non arrendersi al male. Ai giovani raccomanda di studiare e a lottare per trovare un lavoro. Parla per gli stranieri in cerca di sistemazione. Saluta tutti e abbraccia vecchi e bambini, infarcendo il suo italiano con frasi in dialetto napoletano.
Dà vigore, dà speranza: «Oggi è il momento del riscatto di Napoli. Dare largo alla speranza. Aprirsi al mondo. Sperare è già resistere al male».
Di fronte al discorso di benvenuto a Napoli del presidente della Corte d’appello Antonio Bonaiuti, ha risposto ringraziando e scusandosi con le autorità civili e militari per tanto lavoro di preparazione e di sorveglianza. Con tono severo ha detto: «La corruzione puzza». Anzi, nella foga dell’indignazione ha detto “spuzza”. Ha tuonato contro il lavoro nero.
Poi in papamobile Bergoglio ha percorso alcune vie della città tra ali di folla e bandiere, tra battimani e benedizioni, sotto un cielo pattugliato da elicotteri e aerei militari.
L’arrivo in piazza del Plebiscito e Messa solenne alla presenza del sindaco De Magistris, autorità e vescovi delle province. Quindi il discorso al popolo di Napoli, concluso con un affettuoso «‘A Madonna v’accumpagna».
Umilmente, papa Francesco I ha poi pranzato al carcere di Poggioreale, con dieci gay e una delegazione di detenuti selezionata dal direttore della struttura.
Una sosta alla Rotonda Diaz sul bellissimo lungomare Caracciolo, tra le sirene delle navi militari e civili, italiane e straniere presenti nel porto e in rada.
Poi una sosta al Vescovado a largo Donnaregina dove si è incontrato con il cardinale Sepe.
Alle 15 visita al Duomo per venerare le reliquie di San Gennaro, accolto dalle “parenti” del santo, da numerosi fedeli, cavalieri, ricalcando le visite di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Alle 16,15 incontro al Gesù nuovo con poveri e disabili. Il papa abbraccia i suoi confratelli padri gesuiti e saluta le migliaia di giovani e di studenti, un corteo spontaneo che si stringe intorno a lui.
Si calcola che nell’intera giornata oltre 3 milioni di persone abbiano cercato di incrociare lo sguardo con papa Francesco.
Incurante del pericolo, sorretto dalla sua fede, il pontefice ha benedetto tutti, figli di Dio a lui carissimi come tutte le forme viventi, le piante, i fratelli animali …
Alle 18,15, papa Francesco dalla Stazione marittima riparte per Roma sotto la protezione di Dio e l’abbraccio commosso di Napoli.
Michele Di Iorio