"Into the woods", la recensione

into the woodsNAPOLI – L’adattamento delle fiabe in live action è, insieme ai cinecomics, uno dei temi più ricorrenti al cinema in questo decennio e “Into the Woods” ne è un chiaro esempio. Tuttavia, questo film è a sua volta una trasposizione di un musical di successo del 1986 che unisce le fiabe di “Cenerentola”, “Jack e la pianta di fagioli”, “Cappuccetto Rosso” e “Raperonzolo” per dare vita ad un nuovo racconto.
Il film inizia mostrando come alcuni personaggi delle favole citate in precedenza  che si preparano, ognuno con delle motivazioni diverse, ad intraprendere un viaggio attraverso un oscuro bosco per raggiungere i loro obiettivi. Insieme a questi celebri personaggi delle fiabe che hanno accompagnato la nostra infanzia ci sono anche i personaggi del fornaio e di sua moglie che sono stati inventati proprio per poter far intrecciare tra di loro le varie storie di questo film. Questi due personaggi, dopo aver regalato alla piccola Cappuccetto Rosso del cibo ed un cestino per il suo viaggio, ricevono la visita di una strega che gli rivelerà un terribile segreto. Tempo fa, per punire il padre del fornaio per un torto subito, essa lanciò una maledizione sullo stesso fornaio per evitare di fargli avere dei figli. Tuttavia, la strega propone alla coppia di spezzare questo sortilegio in cambio di alcune cose che dovrà ricevere entro tre giorni. La coppia accetta l’offerta e si addentra nel bosco, alla ricerca delle cose richieste dalla strega, dove i loro destini si incroceranno con quelli degli altri personaggi.
Il bosco e le sue insidie, in questo caso, rappresentano la metafora del viaggio che alla fine riesce ad arricchire una persona sia sul piano dell’esperienza che su quello della maturazione. Le scenografie di  Dennis Gassner e la fotografia di Dion Beebe, inoltre, richiamano alla mente le atmosfere dark di “Alice in Wonderland” di Tim Burton. Dopo una buona parte iniziale, il film però inizia a perdere qualità verso metà storia: in quel frangente tutto sembra terminare con un classico happy ending, ma le vite dei protagonisti verranno messe in pericolo da un improvviso colpo di scena che però non riesce ad aumentare significativamente l’interesse della storia. La colpa di tutto questo va attribuita soprattutto alla mancanza di scorrevolezza e leggerezza in alcune parti della storia che il regista Rob Marshall non è riuscito a gestire al meglio. Non era certo facile tenere sempre viva l’attenzione a causa delle molte storie da raccontare e, nonostante le canzoni siano carine, l’effetto finale è quello di un racconto che spesso sembra dilungarsi decisamente troppo. Questa sensazione di allungamento del brodo è dovuto anche alle due ore di durata che non aiutano molto lo spettatore a godersi il film. Ci sono comunque delle cose che meritano comunque di essere apprezzate come il fatto che i sentimenti e i desideri dei protagonisti sono molto più simili a quelli degli esseri umani di oggi, invece che a quelli delle fiabe. Per questo motivo ci sono la donna dal carattere forte che però viene spesso sottovalutata, l’uomo che dipende molto dalla moglie e che deve responsabilizzarsi per diventare una persona migliore, la ragazza eternamente indecisa che affida il suo futuro al fato, l’uomo cresciuto nel lusso che quando ottiene quello che bramava di più non riesce ad accontentarsi, la “figlia” che desidera per se stessa un altro tipo di futuro e perciò disobbedisce agli ordini della “madre” troppo apprensiva, ecc.
Meryl Streep è indubbiamente colei che riesce a dare più volte una sferzata positiva al film grazie al suo personaggio della strega cattiva. La Streep, che grazie a questo ruolo ha ottenuto la sua 19esima nomination agli Oscar, riesce a spaziare molto bene dai momenti seri a quelli più divertenti del suo personaggio. Inoltre, come era già successo nel film “Mamma Mia!”, anche qui la Streep fornisce una bella prova delle sue doti canore. Anche gli interpreti del fornaio (James Corden), di sua moglie (Emily Blunt), di Jack (Daniel Huttlestone), di Cenerentola (Anna Kendrick) e del suo principe (Chris Pine) meritano una citazione per le loro buone interpretazioni sia sul piano della recitazione che su quella del canto. Sono, invece, discrete le interpretazioni di Raperonzolo (MacKenzie Mauzy) e del suo principe (Billy Magnussen) che risentono negativamente sia per il poco spazio ricevuto. Coloro che risultano meno convincenti sono i personaggi di Cappuccetto Rosso (Lilla Crawford) e del Lupo Cattivo (Johnny Depp). Bisogna specificare che queste critiche sono rivolte soltanto alla caratterizzazione dei personaggi e non all’interpretazione dei due attori che si limitano a fare quello che c’è scritto nel loro copione. Cappuccetto Rosso ha un atteggiamento presuntuoso che la porta ad essere abbastanza irritante in certi momenti, mentre il Lupo Cattivo è una triste parodia non voluta dei personaggi interpretati in passato dallo stesso Depp.
In conclusione, questo mash-up di diverse favole era sulla carta un suggestivo progetto che però alla fine ha dimostrato di essere un film abbastanza deludente (nonostante alcune note positive).
Voto: 6
Sabato Gianmarco De Cicco