NAPOLI – La serie A riparte dalla sorprendente decisione della Lega di adottare “l’occhio di falco” dal prossimo 7 giugno, a Roma, nella finale di Coppa Italia tra Juventus e Lazio. Nell’attesa dunque di non rivedere più gol fantasma sui campi, nella 30esima giornata di campionato, continua a stupire l’orgoglioso Parma, che in soli sette giorni realizza un pareggio e due vittorie. Sì, perché dopo aver pareggiato con l’Inter nel Sabato di Pasqua ed essere tornato a vincere dal 6 gennaio contro un’inoffensiva Udinese, grazie alla potente rete di Varela al 70’, (recupero della 24esima giornata ), il Club gialloblu riesce a battere persino la capolista. Juve che resta comunque a +12, ma non dalla Roma, che rallenta a Torino, bensì dalla Lazio, che fa poker sull’Empoli. Il Napoli torna quarto, battendo la Fiorentina , quinta insieme alla Samp che pareggia con uno sfortunato Milan. Bene Inter,Genoa, Atalanta e Chievo. Goleada Palermo a Udine.
PARMA – JUVENTUS – «Una grande soddisfazione in un annata maledetta. I ragazzi hanno fatto qualcosa di straordinario anche se restiamo ultimi e lontani», queste le parole di Donadoni a fine partita che racchiudono in sé dignità e rammarico. I suoi uomini procurano la seconda sconfitta in campionato a una Juve in cui però mancano il regista Pirlo, il capocannoniere Tevez e il portiere Buffon, lasciati a Torino da Allegri, perché si preparino al meglio in vista della sfida con il Monaco. Nel primo tempo Vidal e Coman devono fare i conti con il guerriero Mirante, pronto a difendere la sua porta anche con i piedi, come riuscirà infatti su entrambi le azioni bianconere. Nella ripresa Ghezzal abbozza, Belfodi rifinisce e J.Mauri incornicia il maagnifico gol della vittoria, quando è solo ancora il 60’, ma nei restanti 30 minuti la reazione degli ospiti, confusi e astratti, è ben poca cosa, tanto da non risolverla diversamente. La sconfitta con il Parma dunque rischia di agitare l’animo della Vecchia Signora, proprio alla vigilia di Champions; e intanto c’è da curare anche la virosi intestinale di Buffon.
TORINO – ROMA La Roma rallenta contro un Toro se non loco, non poco agguerrito e scivola pertanto al terzo posto.<< La giustizia sportiva italiana è costituita da un solo uomo, che il giorno dopo dagli avvenimenti giudica e condanna>> – erano state queste le agghiaccianti parole di Garcia, pronunciate sulla decisione del giudice sportivo Tosel, di chiudere la Curva Sud giallorossa, dopo i fatti dell’Olimpico che avevano oltraggiato la madre di Ciro Esposito. E forse ciò basta a capire la poca lucidità della Roma in questo periodo, in campo e fuori.All’Olimpico il primo tempo si gioca aspro e spigoloso, su un livello tecnico alquanto mediocre, senza particolari sussulti e neanche tanta corsa. Da Glik a Moretti, gli ospiti sono tutti piegati all’indietro, mentre il Toro può vantare di un centrocampo ricco di dinamismo e uomini potenti dal punto di vista fisico, che non permettono facilmente ai padroni di sbloccare lo 0-0. Nella ripresa è un fallo in aria commesso da Moretti su De Rossi a condurre a un dubbio calcio di rigore, messo a segno da Fiorenzi (58’). I granata si infuriano, ma solo sei minuti dopo, come spesso succede nel calcio, sarà occhio per occhio, dente per dente: Maxi Lopez pareggia su sviluppi di un cross piuttosto contestato dai giallorossi, ma convalidato dall’arbitro Irrati. Nel finale un palo di Florenzi impedisce ai lupacchiotti di riportarsi in vantaggio, ma anche i torellini si lanciano all’assalto del gol, che avrebbe potuto regalare la vittoria in casa sulla Roma dopo ben 25 anni, quando all’epoca segnò il mitico Romano.
NAPOLI – FIORENTINA – Proprio a proposito di Coppa Italia, a Napoli si gioca un importante gara tra le due ultime escluse dalla competizione. «Cosa temo di più? Il loro orgoglio», così aveva dichiarato Montella alla vigilia del match partenopeo ed evidentemente non si sbagliava. Ma forse il Presidente De Laurentis, sì, o comunque in qualsimodo voglia chiamarsi la punizione, è servita di certo agli azzurri, dando loro uno scossone enorme: «Questo ritiro non è punitivo». Dopo un inizio partita alquanto nervoso i padroni trovano la chiave del vantaggio e sarà Mertens a ricevere palla da Higuain sulla sinistra e insaccare al 24’. Montella, mai seduto in panchina toglie subito giacca e resta in gilè. E non certo solo per il caldo. L’arbitro nega un gol a Higuain nonostante l’assist di porta fosse proprio a due passi: l’episodio è non a torto indigesto al Napoli, tanto che Hamsik reagisce nel migliore dei modi, con un morbido destro su passaggio di Gargano (71’). Neanche la carta M.Gomez serve ai viola ad accorciare le distanze e all’88’, completamente libero in posizione regolare, sarà Callejon a mettere in rete, mortificando una Fiorentina, imbambolata e ormai totalmente alla deriva.
LAZIO – EMPOLI – Una dirompente Lazio realizza a sorpresa un poker contro i toscani e si piazza sola al secondo posto a +1 dalla sua storica antagonista. Non bisogna negare però che i padroni siano anche stati baciati dalla Dea bendata, giocando praticamente sul velluto,come mostra il fatto che le sue uniche prime tre occasione gol, siano andate tutte a buon fine (Mauri 3’; Klose 30’; Candreva 44’). Anche se è incontestabile il talento del centrocampista ventottenne romano, che paralizza Sepe dai 28 mt., proprio quando sul 2-0, l’Empoli sembrava volersi riorganizzare attraverso le numerose sostituzioni dei suoi giocatori. Il quarto gol al 54’ è opera di Anderson e allora proprio non ci si spiega tutto quel nervosismo in campo dei biancocelesti: l’espulsione di Novaretti al 56’per doppia ammonizione , nonché il suo gesto stizzoso e i numerosi cartellini gialli piovuti proprio sugli uomini di Pioli e non di Sarri, come sarebbe stato più giustificato. Dunque dalla qualificazione in finale di Coppa Italia continuano i festeggiamenti in Casa Lazio, anche se su di essa già incombe l’ombra degli infortuni di Vrij e Parolo.
H. VERONA – INTER – Pesante vittoria quella dell’Inter a Verona, che interrompe la terribile serie di partite sbagliate: ben cinque. L’intensità e il sacrificio messi in campo dagli uomini di Mandorlini non sono bastati ad arrestare la fame di vittoria nerazzurra, forse anche perché la scossa è giunta solo nel secondo tempo, quando l’Inter aveva ormai già imposto il suo valore. L’occasione per gli scaligeri si presenta al 77’con un calcio di rigore, nato da un fallo di Vidic su Savoia; troppo scontata però è la posizione di Toni dal dischetto , troppo scaltro nell’indovinarla e pararla con destrezza, Handanovic, decisamente tra i migliori uomini in campo.Ma come non di rado, è la mitica coppia argentina a firmare i due preziosi gol (Icardi 11’; Palacio 48’) e al 92’ un opaco Moras, nell’anticipare il solito Icardi, segna l’autorete che decreta lo 0-3.
MILAN – SAMPDORIA – Al San Siro Inzaghi recupera Bonaventura e Van Ginkel e prova a schiacciare le chiacchiere da bar che lo vedrebbero sostituito proprio da Mihajlovic, suo rivale in campo nel posticipo serale. La pragmatica Samp, ordinata e volitiva mostra la sua forza sin dal primo quarto d’ora, quando ci prova Eto’, che ancora al 22’ metterà brividi a D. Lopez. Non aiutano gli impacciati rossoneri i cori della Curva Sud, quando dopo un temporaneo totale blackout intonano: <<Galliani paga la bolletta>>. Poco dopo Cerci divora due gol come fossero mozzarelle di bufala in estate, ma nella ripresa anche ad Eder viene parata una pericolosa palla.Mai lasciare Soriano tutto solo, lo ricorderà bene d’ora in poi il Milan, che subisce gol al 58’. Ma mai più neanche sostituirlo con Ducan, avrà pensato il tecnico blucerchiato, alla vista della disastrosa autorete commessa da quest’ultimo (74’). All’83’ Suso colpisce il palo mettendo a dura prova le coronarie dell’esuberante Presidente Ferrero. Brutto infortunio per Destro uscito in lacrime dal campo per un trauma distorsivo contusivo al ginocchio.
GENOA – CAGLIARI – Visti i recenti risultati e i 21 punti in classifica,viene da chiedersi come faccia Zeman a dichiarare a ogni fine-partita di credere ancora nella salvezza. Infatti ora si può dire che calano le tenebre sui sardi, ma certo è che al Marassi hanno avuto davvero Saturno contro: nel primo tempo due sfortunati pali con Rossettini e Ceppitelli e la traversa di MPoku. Sarà solo allora che i rossoblu si sveglieranno, specie Niang, bravo a cogliere al volo con un preciso rasoterra l’assist di Roncaglia (52’); dopo appena sei minuti il raddoppio veloce come un falco nobile, non a caso, siglato da Falque (58’). Ottima prestazione di Lamalla che blocca una pericolosa palla di Joao Pedro a un quarto d’ora dalla fine, evitando il gol che avrebbe potuto riaprire il match. Dunque per il Presidente Preziosi non è certo tempo di sognare ad occhi aperti l’ipotetico arrivo di El Shaarawy, ma di godersi le spettacolari giocate dei suoi uomini, che ora sembrano degnamente voler competere per un posto in Europa.
UDINESE – PALERMO – Anche il Palermo, come il Napoli, vince 3-0, peraltro in trasferta, a Udine. Protagonisti dell’inaspettata goleada Lazaar al 15’che manca la doppietta perché becca il palo nel finale; Rigoni al 21’ su cross del gioiellino Dybala e Chochev al 66’. Dunque i siciliani conquistano tre preziosi punti difendendosi con ordine e restando sempre attenti sulle ripartenze, mettono così fine a quel periodo, che se non poteva essere definito di vera e propria crisi, certamente di poca concretezza. Quelli che invece confermano la continuità di un tempo piuttosto buio ( due pareggi e due sconfitte) sono i friulani, per tutto il match mai pericolosi, nonostante il cambio modulodi Stramaccioni, con difesa a quattro. Assordanti i fischi degli ultrà udinesi che hanno lasciato gli spalti sin dai primi venti minuti del secondo tempo.
ATALANTA – SASSUOLO – A Bergamo si gioca una gara densa di emozioni fino all’ultimo secondo, quando gli emiliani potrebbero ancora acciuffare il pareggio. Reja ottiene il primo successo sulla panchina nerazzurra affidandosi al 4-2-3-1 con Zappacosta, Moralez e Gomez alle spalle di Denis e l’assenza di Pinilla (squalificato), che tanto aveva preoccupato, si rivelerà solo un dettaglio. I bergamaschi si mostrano costantemente alla ricerca di punti sin dall’inizio, poi gli emiliani sembrano cominciare a crescere sul finale del primo tempo, quando arriva però la rete di Denis: spettacolare bicicletta a rovescio che spiazza Consigli(42’). Alla mezz’ora dalla ripresa brivido per Sportiello, messo alla prova da una bomba di Cannavaro. Il match si infiamma come testimoniano le espulsioni di Missiroli (71’) e Biava (81’). Al 78’ super Denis non si lascia sfuggire l’occasione di raddoppiare dal dischetto grazie a un fallo di Maxi Morales e la vittoria casalinga è intascata, nonostante le pochissime idee messe in campo, come quelle, fallite di Cigarini. Giornata sfortunata per Berardi.
CESENA – CHIEVO – Al Dino Manuzzi Maran schiera una squadra tosta e brillante, decisa a trasformare i segni della recente sconfitta contro il Sassuolo in input per fare meglio, agevolata dalla disponibilità di un organico completo. Il primo tempo scorre su un livello alquanto equo delle due sfidanti e le uniche azioni importanti sono quelle di Paloschi e Krajnc . Nel finale del primo tempo la splendida rovesciata di Brienza, su cui non si farà certo trovare impreparato Bizzarri, che nella ripresa dirà no anche a Giorgi. Il mach sarà deciso solo con l’ingresso di Pellissier al 58’, che nel giorno del suo 36esimo compleanno fa un regalo a sé e ai gialloblu: anticipa di testa su cross di Frey e mette in rete. È l’83’ e il Chievo sale a 35 punti, mentre il Cesena resta inchiodato al terzultimo posto.
Nina Panariello
(Foto: Ansa)