NAPOLI – Alla Mostra d’Oltremare, per la prima volta in città si sta svolgendo il Festival dell’Oriente. Iniziato venerdì 11 settembre, una prima sessione termina domenica 13 settembre, per poi riprendere da venerdì 18 fino a domenica 20 settembre.
Il Festival si presenta come una enorme fiera ispirata a tradizioni diverse, asiatiche e mediorientali. Se non permette di comprendere a fondo la millenaria e ricchissima tradizione orientale, riesce almeno a soddifare la curiosità di quanti sono attratti ed incuriositi dalle cerimonie tradizionali e da quegli aspetti culturali che hanno avuto risonanza anche in Occidente.
Un’esposizione fotografica situata all’ingresso del primo padiglione offre almeno in parte una sintesi efficace e preliminare delle culture che costituiscono l’oggetto dell’interesse di tutto il Festival, istantanee che – raffigurando la realtà dagli occhi del turista – riescono a trasmettere l’impatto con una tradizione tanto affascinante quanto incredibilmente lontana.
Interessanti soprattutto gli scatti realizzati in Giordania ed Israele, che restituiscono filtrata dall’obiettivo l’aura di sacralità e di perturbante staticità che aleggia su quel territorio, seppur tanto ricco di contraddizioni.
È possibile ammirare, continuando a procedere lungo il percorso suggerito al visitatore, abiti da giorno e da sera cinesi, tibetani e vietnamiti, e alcuni abiti tipici di festività specifiche.
Gli spettacoli si susseguono ciclicamente sui palcoscenici allestiti al centro dei tre padiglioni principali con un programma molto vasto e variegato. In ciascuna giornata è affisso dalla mattina accanto ad ogni palcoscenico il programma completo delle esibizioni che vi si svolgeranno. Cerimonia del tè, cerimonia dell’ikebana (l’arte del disporre i fiori) e danza dei draghi cinesi, sono solo alcuni dei molti spettacoli che è possibile ammirare.
L’esposizione è allestita in modo tale da non concedere neanche per un momento una tregua all’occhio del visitatore. Coloratissimi oggetti – dalle gemme ai tè e alle spezie – provenienti da ogni parte del mondo orientale sono disposti nei numerosi stand localizzati intono ai palchi. C’è spazio anche per la gastronomia, con una vasta selezione di ristoranti e pasticcerie tradizionali.
Ma la novità di questa quattordicesima edizione è l’Holi festival, situato nella parte esterna: una pacifica guerra a colpi di musica e polvere colorata che si sta diffondendo in tutta Europa, ispirata ad un’antica tradizione indiana con la quale si festeggia l’inizio della primavera.
Francesca Mancini