PARIGI – L’amore è fiamma dirompente, non conosce età, né il fluire del tempo.
Era circa l’anno 1116. L’allieva ed il maestro si lasciarono trasportare in un’intensa e profonda relazione che infiammò i loro cuori ed i loro sensi e che echeggia nei millenni fino ad oggi. Lei si chiamava Eloisa, nacque intorno al 1099 nell’Ile de la Cité di Parigi. Viveva con lo zio Fulberto, canonico, che la fece educare ed istruire nel convento di Argenteuil. La ragazza fu bella e famosa per la sua erudizione: conosceva le arti liberali, il latino, il greco e l’ebraico.
Lui si chiamava Pietro Abelardo, nacque nel 1049 da una nobile famiglia bretone. Fu chierico ed il più illustre insegnante di logica, filosofia e teologia di Parigi. Fulberto decise di arricchire l’istruzione della nipote affidandola al brillante precettore.
Abelardo s’infiammò subito di passione per Eloisa, più giovane di lui di circa vent’anni. Chiese quindi allo zio di poter abitare nella sua casa per stare accanto all’allieva nelle lezioni. Fulberto ingenuamente accettò.
Anche la giovinetta s’innamorò del maestro e i due amanti vissero liberamente la loro storia. Quando lo zio di Eloisa ne venne a conoscenza, cacciò da casa Abelardo. La giovane però era incinta. Il precettore quindi la rapì conducendola nella sua casa di famiglia dove Eloisa partorì un bambino, Astrolabio (ossia “colui che abbraccia le stelle”) che venne affidato alla sorella di Abelardo.
Tuttavia Abelardo decise di sposare l’allieva per rimediare a quanto era accaduto, ma in segreto, per non danneggiare la sua posizione. La ragazza era contraria perché pensava che il matrimonio potesse distrarre l’amato dai suoi studi e dall’insegnamento.
I due amanti comunque si sposarono, ma lo zio della giovane, ancora risentito, divulgò la notizia del matrimonio e allo stesso tempo prese ad insultare la nipote.
Il novello sposo per evitare lo scandalo e fugare ogni sospetto circa le nozze mandò la moglie nel convento di Argenteuil. Fulberto pensando che Abelardo volesse disfarsi di Eloisa decise di vendicarsi. Inviò a casa dell’uomo tre sicari che lo evirarono durante il sonno.
I due sposi colti dalla vergogna si separarono per sempre. Abelardo si ritirò nel monastero di Saint Denis facendo prendere i voti anche ad Eloisa nel convento dove era stata educata.
Nel tempo il maestro si dedicò completamente alla vita ecclesiale ed accademica, mentre Eloisa prese il velo a malincuore, nutrendo ancora un forte desiderio sensuale verso il marito. Abelardo non rinnegò mai la loro storia d’amore, ma ne espresse il pentimento nell’autobiografia Historia calamitatum mearum, La storia delle mie disgrazie, considerando la sua antica passione un atto di superbia verso Dio.
La relazione di Eloisa ed Abelardo è testimoniata da un amoroso, intenso e dotto epistolario tra i due. Continuarono a scriversi anche in convento. La donna rinnovò sempre il ricordo del loro legame appassionato, mal sopportando la sorte della vita monastica, mentre lui ritenne che il loro legame fosse stato nutrito dalla concupiscenza e non dall’amore. Scrisse infatti alla moglie di terminare il loro epistolario invitandola allo studio ed alla preghiera. La donna come sempre obbedì in nome del suo amore smisurato.
Nel 1136 Eloisa venne eletta badessa del Paracleto, ossia Consolatore, l’eremo che aveva fatto erigere il marito. Abelardo morì il 21 aprile del 1142 chiedendo nelle sue ultime volontà di essere seppellito nel cimitero del Paracleto. Il 16 maggio del 1164 morì anche Eloisa esprimendo il desiderio che la sua salma venisse sepolta nello stesso loculo dell’amato.
I corpi dei due sposi ora riposano in una cappella nel cimitero di Pere-Lachaise. Una romantica leggenda racconta che quando Eloisa fu deposta nella tomba accanto ad Abelardo, lui le abbia aperto le braccia per stringerla a sé.
Tiziana Muselli