di Giancarlo Vitolo
Si è appena chiuso un 2020 che resterà negli annali come uno dei peggiori anni della nostra storia. Il turismo, in modo particolare, paga un prezzo altissimo con la maggior parte delle aziende completamente ferme da marzo, come agenzie viaggi e tour operator, e strutture ricettive che hanno visto la luce solo durante la stagione estiva.
Cali di fatturato tra il 50 ed il 95%, presenze turistiche che, in alcune regioni e località italiane hanno raggiunto picchi dell’80%, sono numeri da brivido.
L’estate 20 si è basata sul turismo di prossimità e su pochissime presenze stranieri di paesi limitrofi all’Italia. Nelle strutture ricettive si è anche arrivati ad un solo out, ma con ricavi medi molto più bassi di quelli degli anni passati, proprio per la mancanza di mercati come quello americano e quello inglese che in alcune aree del paese la fanno da padrone, vedi Costiera Amalfitana, Capri e tutte le città d’arte.
Cosa fare per la stagione 2021? In questo momento è difficile dirlo in quanto non si hanno dati certi sulla fine della pandemia, anzi abbiamo la quasi certezza che ci accompagnerà anche per questo 2021.
Ma tutta la filiera turistica, a partire dai tour operator, alle strutture ricettive per finire con tutte le destinazioni, devono lavorare oggi per farsi trovare pronti per un futuro che non sia solo quello dell’estate 2021. Digitalizzazione, programmazione, formazione e promozione saranno i cardini senza i quali sarà impossibile farsi trovare pronti sui mercati internazionali al cospetto di altri player che, nel frattempo, stanno mettendo in campo tutte le armi per essere pronti e competitivi nell’accaparrarsi i turisti che viaggeranno sia la prossima estate che i prossimi anni.
Cosa dovrà fare un operatore, una destinazione per catturare un turista? Le nuove tendenze saranno: prenotazioni last minute, diminuzione del soggiorno medio, non turismo di massa ma ricerca di location meno affollate, vacanze natura, wellness e spa, diminuzione della capacità di spesa.
Ed allora ecco che bisogna parlare di turismo esperienziale e non di turismo di massa. Il turista cerca un’esperienza da portarsi dentro con sé, da vivere a contatto con la popolazione proprio come se fosse un local, un abitante del posto che sta visitando.
Visto l’azzeramento dei valori del passato, si potrebbero seguire delle nuove tecniche per poter ammaliare il turista e farlo sentire già sul posto ma stando a casa al pc, proprio nel momento in cui sta scegliendo la sua prossima vacanza. Parliamo di Digital First, ossia la capacità di portare virtualmente il turista in una destinazione e farlo partecipe di quello che sarà il suo viaggio futuro. Una volta giunto a destinazione lo possiamo coinvolgere con il Phygital, ossia un mix tra l’esperienza digitale e quella fisica. Un esempio è stato “Leonardo mai visto” in occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci presso la Sala delle Asse al Castello Sforzesco di Milano: alla visita della bellissima sala affrescata da Leonardo, gli organizzatori hanno aggiunto una proiezione immersiva digitale.
Sono queste alcune delle possibili azioni da intraprendere affinché, nel momento della ripartenza completa, ci si possa far trovare pronti ad accogliere i turisti, facendogli vivere esperienze che porteranno per sempre nel loro cuore e che faranno da sponsor per nuovi turisti che negli anni futuri potranno affollare le nostre destinazioni.