NAPOLI – Venerdì 28 settembre, alle ore 18.00 nella sala eventi della Feltrinelli di piazza dei Martiri, si terrà la presentazione del romanzo di Luciano Scateni Giù la testa, terzo volume della saga del commissario Santagata, edizioni Kairos.
Con l’autore intervengono Ferdinando Imposimato, Titti Marrone e Gilberto Marselli. La serata sarà arricchita dalle letture di Matilde Cesàro, con incursioni musicali di Marco Zurzolo e proiezioni di Tony Laruspa. Ancora, assaggi di vini offerti da Villa Matilde.
In una Napoli sospesa fra bellezza e malaffare, il commissario Ninì Santagata, col suo metodo, a metà fra la sociologia e l’investigazione on the road, si muove, districandosi in una foresta di casi intriganti.
Luciano Scateni, toscano di Castagneto Carducci, vive e lavora a Napoli. Giornalista, scrittore, pittore, fotografo, nella sua lunga carriera ha ricoperto praticamente tutti gli incarichi nel mondo del giornalismo. Nel 1975 è stato addetto stampa del sindaco di Napoli Valenzi, esperienza per lui importantissima; caporedattore del quotidiano “Paese Sera”, dal 1980 in Rai con ruoli di caposervizio, radiotelecronista, cronista sportivo, inviato di guerra e, per tredici anni, di conduttore del TG3 Campania.
Parlando del personaggio del suo libro ha detto:- « Mi sono affezionato a Ninì Santagata; ormai mi confronto con lui e ci parlo. un uomo rude, gentile, grosso ma con dita affusolate come quelle di un pianista, allergico alla burocrazia ed intenzionato a cambiare le persone: non gli basta arrestare i delinquenti ma salvarli dal loro destino segnato dalla città in cui nascono e crescono».
Ha, poi, continuato: « Non amo leggere libri gialli e non credo che il mio libro possa essere definito un libro di genere; potrei invece dire che si tratta di un escamotage per attirare attenzione sulle problematiche di Napoli, una delle più belle città al mondo».
Questo è il suo pensiero sulla creatività: « È una dote che possediamo tutti sin da piccoli, che purtroppo si perde con il tempo, spesso a causa delle cosiddette regole che ci impediscono di esprimere le cose come le vediamo. L’importante è cercare di svilupparla, e scrivere è un modo per farlo. La scrittura per me è una sorta di dipendenza; la fase più determinante è l’inizio di un libro: si cerca di trovare qualcosa che non sia banale o già sentito, ma solo quando si smette di pensarci e ci si guarda intorno, ecco che arriva l’ispirazione giusta».
Tonia Ferraro