Walter Mazzarri, simbolo della rinascita calcistica napoletana, capace di ridare speranza e sogni vincenti ai tifosi, da molti definito “dodicesimo” uomo in campo.
L’ allenatore di San Vincenzo, toscano di nascita, del sud di adozione, dopo i trascorsi prima dell’esperienza campana alla Reggina, dove nel campionato 2006-2007 il tecnico è riuscito a compiere un vero è proprio miracolo calcistico, portando alla salvezza gli amaranto nonostante il -15 inflitto dalla disciplinare per i fatti ben noti di Calciopoli: “Senza questa sanzione la formazione calabrese sarebbe arrivata fino alla qualificazione per l’Intertoto” dichiarò in un intervista il mister.
L’ esperienza più lunga trascorsa in panchina , Mazzarri la sta vivendo proprio a Napoli, dove ormai sono 3 gli anni di permanenza del tecnico che, nelle precedenti stagioni era arrivato al massimo a 2 campionati consecutivi “per scelta personale” come ama ricordare il tecnico mai esonerato in carriera, sempre in cerca di nuovi stimoli.
Con Napoli ed il Napoli, il rapporto è stato diverso fin dall’inizio, è un amore profondo, che va al di là della firma su un pezzo di carta, come il cordone ombelicale per un bambino, il legame con la squadra è forte e Mazzarri, come un secondo padre per tanti ragazzi che ha visto crescere, prima come uomini e poi come atleti,ha trasmesso agli azzurri, il suo dna di combattente vero, la sua voglia di vincere le sfide più difficili.
Mazzarri ha dato tanto al Napoli ed il Napoli e la città, hanno ricambiato in altrettanto modo, diventando lo stimolo quotidiano che il mister cerca, la battaglia da vincere a tutti i costi, il sogno proibito di rendere indelebile il proprio nome nelle menti e nei cuori dei tifosi, la voglia di pronunciare insieme quella parola oggi “impronunciabile” e di riportarne il prestigio nel capoluogo campano di quel simbolo, lo scudetto traguardo oggi possibile per un popolo che non aspetta altro.
Antonello Chiaese