Il più osceno spettacolo dopo il Big Bang

Un fotogramma di Juventus-Napoli (foto: web)

Juventus – Napoli, ventiquattro ore dopo. La rabbia partenopea non svanisce, anzi, si rincara nel vedere, sentire e leggere giudizi faziosi di personaggi ampiamente schierati e del tutto scadenti in ambito mediatico. Vincere o perdere, la regola della partita secca. Delusione o felicità il contorno giusto e accettabile come prodotto di centoventi minuti combattuti fino all’ultima goccia di sudore. Il come, poi, è una piccola linea di confine che apre a dibattiti e discussioni infinite perchè se il calcio è la più grande cassa di risonanza del paese allora non può essere altrimenti.
Supercoppa Italiana, ventiquattro ore dopo. La Juventus si fa bella, si vanta, si altera ed è supportata dai classici “buonisti” di mezzo valore che sproloquiano regole sociali perchè conviene. Napoli cornuto e mazziato, già, perchè dopo lo squallore visto in Cina si è visto anche bombardare critiche per aver disertato la premiazioni finale. Ecco, l’ultimo atto di una farsa ampiamente scritta, il Napoli non c’è stato, non si è piegato ai soliti cliché solo per far contento qualcun altro. Capitò anche alla Juventus nel 1998 quando a Torino, di fronte ai propri tifosi, il possibile decimo trionfo di Lippi si trasformò nel secondo di Eriksson; 1 a 2 il risultato finale e anche il quel caso polemiche a iosa per un rigore dubbio assegnato ai bianconeri e realizzato da Del Piero per il momentaneo pareggio. Marcolin non tocca del Del Piero che vola in area, Lopez colpisce il pallone con un fianco e il direttore di gara, il Sig. Bettin, fischia la massima punizione per qualcosa che nessuno ha visto. Nei minuti di recupero, però, il portoghese Sergio Conceiçao buca Peruzzi e porta la coppa a Roma. Al termine di quella sfida, la “Signora” di turno decise di disertare la premiazione, ma in quel caso non venne sollevata nessuna polemica, nessuna richiesta di penalizzazione o di multa, nulla. Tutto era concesso, allora come oggi, ed è fastidioso vedere la morale proprio da chi conserva il primato di una tale decisione. Tanto per farla breve, poi, diventa ancor più fastidiosa la fuoriuscita del Dg Marotta nel post partita: “Noi, a Roma, abbiamo applaudito il Napoli” e in effetti così fu, ma semplicemente perchè non poteva essere altrimenti visto che in quella gara la Juventus fu schiantata per manifesta inferiorità e non per fischi e pernacchi del direttore di gara. Due mondi diversi per due correnti di pensiero diverse: da una parte c’è la dietrologia e dall’altra chi ancora crede nel calcio giocato senza alibi e senza macchie. Sarebbe bello rivedere il pallone di un tempo e sarebbe stato opportuno sottolineare come il Napoli sia stato sfortunato, poco bravo o semplicemente inferiore all’avversario, ma purtroppo non può essere così perchè credere nel calcio è ormai una sorta di utopia! Si parte dal calcio scommesse di questa estate, si torna a Calciopoli, si rivede il caso EPO di metà anni novanta fino a trovare la mano della simpatia politica che decide, sovverte e riscrive a proprio piacimento uno dei prodotti più importanti del paese costretta ad andare fino a Pechino per presentare uno spettacolo deprimente che inguaia, ulteriormente, l’immagine di un paese già ampiamente compromesso.
Dietrologia o meno c’è sempre quel qualcosa che non convince e se la si va a raccontare ci si rende conto che non è poi così fantasiosa: Juventus coinvolta, indirettamente, nella questione calcio scommesse grazie ad alcuni suoi tesserati. Portare la Coppa a Torino significava scrivere favole di eroismo da svendere con incredibile faccia tosta, perdere quella gara significava tornare sulla terra visto che, ad oggi, la Juventus continua ad illudersi di poter arrivare fino in fondo nella prossima Champions League. Una primizia mediatica insomma, eppure c’è ben altro come le decisioni prese improvvisamente nei minuti finali dopo una gestione partita sull’equilibrio e man mano, costatando la crescente difficoltà, sempre più diretta verso un senso unico. E quell’occhiolino di Buffon a Rizzoli pescato dalle telecamere? L’arbitro dovrebbe essere sopra ogni cosa, eppure si trascende in questi piccoli aneddoti che tanto potrebbero dire visto che, per Buffon Gianluigi, è normale accomodare dei risultati nel finale di stagione (come lui stesso esclamò in una conferenza stampa pre europeo) e quindi, magari, è anche normale indirizzarli. E cosa dire di Mazzoleni? Un arbitro di Bergamo con un fratello candidato al consiglio comunale tra le liste della Lega Nord. Un caso, così come un caso che proprio Stefani, il guardalinee, riesca a sentire da trenta metri un insulto di Pandev in macedone (stile Superman) e non riesca a vedere un fallo da rigore netto di Barzagli su Behrami. Superpoteri di convenienza insomma. Se si considera, inoltre, che la Supercoppa di Pechino era anche il test giusto per sperimentare i due arbitri di porta allora si può dire che l’esperimento è stato un totale fallimento tutt’al più perchè se lo stampo arbitrale e l’andazzo generale è questo, allora non servirebbe neanche metterne diciotto tanto la solfa non cambia.
Ventiquattro ore dopo, generalmente bastano avanzano per sbollire la rabbia e pensare con una certa lucidità, ma in certi casi non sono abbastanza. Certo è che sembra strana una circostanza: dove c’è la Juventus c’è anche il veleno e spesso, almeno otto volte su dieci, non sono loro a criticare. Intanto, il Napoli, rischia una multa salata per aver abbandonato la farsa della premiazione e ancora una volta è Aurelio De Laurentiis sotto accusa per aver emanato l’ordine di abbandono. Tutti si aspettavano di vedere il Napoli defraudato, scippato, umiliato e comunque lì ad applaudire e farsi prendere in giro. Non è stato così, quella sceneggiata possono farsela anche da soli perchè Napoli è da sempre la culla del teatro, della melodrammaticità, della comicità mischiata al dramma e non può accettare che altri, soprattutto se è lo scantinato della Francia, ne crea un imitazione scadente e volgare. De Laurentiis ha intimato la squadra di disertare la premiazione, altri lo avrebbero fatto già dopo i novanta minuti, questioni di vedute e di carattere, così l’osceno spettacolo creerà altri dibattiti e altre considerazioni, più o meno condivisibili, ma sempre inutili in quanto questa ennesima pagina vergognosa del calcio mediocre italiana è stata già scritta…da tempo
 

Fabio D’Alpino