CAVA DE’ TIRRENI – Una Città dalla storia millenaria rivive il suo glorioso passato attraverso una serie di manifestazioni storiche e religiose iniziano nel mese di maggio per protrarsi fino a luglio.
L’Università di Cava de’ Tirreni, eletta Città con la bolla papale del 1394 del pontefice Bonifacio IX, si sviluppò intorno all’Abbazia benedettina della Santa Trinità, fondata nel 1011 dal nobile longobardo Sant’Alferio Pappacarbone.
Le origini del nucleo abitativo risalivano già all’antico agglomerato di Cava detta dei Tirreni o Etruschi del territorio salernitano di Marcina, composto anche dagli altri villaggi di Vietri e Fratte di Salerno, insediamento fondato nel 476 a.C. dai Greci di Agrigento, poi divenuto colonia romana dal 290 a.C. e Municipio romano dal 90 a.C.
Partendo dal primo borgo fortificato, la città di Cava si sviluppò nella vallata; l’espansione ebbe grande impulso nel ‘400, quando divenne un fiorente centro di commercio.
Nel 1460 ottenne esenzioni fiscali e doganali, come citato nelle famosa Pergamena Bianca, privilegio concesso da re Ferrante d’Aragona, che fu salvato da 500 armigeri civici di Cava nella battaglia di Sarno.
Assediato dagli invasori angioini, in attesa dei rinforzi albanesi del principe Castriota di Scandeberg, Ferrante ebbe modo di constatare la grande fedeltà dei cavesi, che leali al re aragonese anche durante la Congiura dei Baroni ordita dai nobili napoletani capeggiati da Antonio Coppola signore di Sarno.
E fedelissima fu ai Borbone di Napoli: nel giugno 1799 Cava de’ Tirreni scese in armi e si oppose fieramente agli invasori francesi e ai repubblicani napoletani con circa mille volontari monarchici al comando del generale Vito Nunziante di stanza a Battipaglia; anche nell’ottobre 1860 qui si batterono 70 cacciatori borbonici di retroguardia contro formazioni garibaldine cilentane …
Nella fedelissima Cava visse il filosofo e giurista napoletano Gaetano Filangieri con la sua famiglia, ove nacque suo figlio Carlo, il grande generale e ministro borbonico.
Queste forti e fiere tradizioni rivivono dal 1946 nelle celebrazioni delle festività cittadine con giostre e quintane di origine medioevali e rinascimentali, sfilate di sbandieratori e trombonieri di contrade e casali, tornei a cavallo, cortei dei Cavalieri della Pergamena Bianca, damigelle, maestri d’armi e capitani di contrada.
Migliaia di cittadini in costume animano queste manifestazioni che vanno da giugno a tutto luglio, con anteprime nel mese di maggio con la festa di Monte Castello e la festa greca di Cava de’ Tirreni.
Le festività di giugno iniziano il 10 al convento di San Francesco con il triduo di Sant’Antonio, luminarie spettacolari e le suggestive e benedicenti oscillazioni del botafumeiro, l’incensiere gigante simile, ma più grande, di quello di Santiago di Compostella, durante la messa celebrata alla presenza dell’arcivescovo.
Nel chiostro del convento di San Francesco fanno bella mostra cibo, dolci e il famoso pane di Cava sfornato appositamente per la festa di Sant’Antonio.
A Monte Castello, sempre a giugno, tra il 20 e il 22, avrà luogo la Disfida dei Trombonieri, dove tra gruppi storici dei vari casali della Città di anno in anno viene individuato il pistone, un’arma ad avancarica simile all’archibugio, costruita dagli stessi armaioli cavesi, mentre echeggiano canti e villanelle del ‘400 e si rappresentano farse per celebrare la concessione della Pergamena Bianca e i suoi Cavalieri.
Ma non finisce qui: il 26 giugno, tra le quintane dei Cavalieri, vengono aperte le porte della Città ed ecco le giostre dei cavalieri in piazza San Francesco.
Venerdì 27 giugno è invece in programma l’inaugurazione delle antiche taverne: tra fiaccolate, lucerne e giochi pirotecnici il Corteo di corte o dei Cavalieri partirà dalla chiesa della Madonna dell’Olmo di piazza Amabile per giungere alla piazza davanti al convento di San Francesco.
Sabato 28 giugno sono in programma ancora fuochi pirotecnici a Monte Castello e la sfilata dei trombonieri per il centro storico, con batterie di fuoco poste nella villa Comunale di Cava de’Tirreni, cui seguirà la rappresentazione teatrale di Il matrimonio di Florinella, ambientata nel 1423.
Domenica 29 giugno sarà invece di scena la ricostruzione storica l’episodio che ricorda l’aiuto decisivo dato a re Ferrante nel 1460; infine la giornata di lunedì 30 giugno si terrà la sfilata dei celebri sbandieratori e la parata dei trombonieri dei borghi Scacciaventi-Croce, che chiudono la prima parte delle feste, seguite a ruota da quelle di luglio.
Cava de’ Tirreni con le sue celebrazioni che affondano le radici in tradizioni antichisime è una concreta testimonianza per tutto il mondo che il Sud non è immondizia e malaffare, non è colera e Gomorra, ma soprattutto dignità e grande storia.
Michele Di Iorio