NAPOLI – Due grandi passioni si nascondono dietro il camice bianco: la cucina e la musica. Cesare Gridelli è il direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia e dell’Unità Operativa di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino. Il medico napoletano, che è presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Toracica, è impegnato anche nel sociale: con la sua chitarra e il suo gruppo si esibisce in concerti solidali.
Professore, appena qualche mese fa è stato nominato migliore oncologo al mondo per il trattamento del tumore al polmone. Un riconoscimento che rappresenta anche una rivalsa per il Sud, spesso umiliato. Che cosa significa per lei?
È stato il raggiungimento di un obiettivo importante relativo all’attività di ricerca negli ultimi 10 anni nel cancro del polmone, uno dei maggiori big killer dei nostri tempi. Mi ha fatto piacere tale riconoscimento perché è stata la dimostrazione che anche lavorando nel Sud Italia è possibile ottenere dei risultati importanti soprattutto grazie al gioco di squadra. Per tali obiettivi non basta un singolo ma ci vuole un equipe che va dai collaboratori medici agli infermieri, alle altre strutture e colleghi dell’ospedale e all’organizzazione amministrativa dell’ospedale stesso.
Tumori e alimentazione al centro del suo libro “In cucina contro il cancro. Cento ricette per aiutare a contrastarlo”, pubblicato da “Il pensiero scientifico editore”. Quali sono le regole da seguire per mangiare in modo salutare senza perdere il gusto?
Oggi purtroppo circa il 30-35% dei tumori sono dovuti ad una alimentazione non corretta. Una alimentazione corretta deve basarsi sulla riduzione dei grassi animali e in particolare delle carni rosse (dando priorità come carni alle carni bianche come pollo e tacchino e al pesce) e un aumento del consumo di frutta e verdure quindi in particolare delle fibre.
È un volume in cui lei scrive da medico ma anche da appassionato di cucina: propone infatti cento ricette per preparare piatti che coniugano salute e piacere a tavola. Ci fa qualche esempio?
Sono ricette che evitano i grassi animali e in oltre utilizzano una serie di alimenti che hanno un grande potenziale. Contengono sostanze con documentata attività antitumorale in esperimenti di laboratorio in vitro e sugli animali ma che necessitano di conferme nell’uomo dove la situazione è molto complessa, perciò parlo di potenzialità. In particolare spezie come la curcuma (polvere gialla che dà il colore giallo alla miscela di spezie chiamata curry ma che viene utilizzata anche da sola) contiene la curcumina sostanza ad attività antitumorale da dove addirittura si stanno sviluppando nuovi farmaci anticancro. I cavoli ad esempio contengono glucosinolati altre sostanze con importante attività antitumorale. Quindi un esempio: pasta integrale con cavolo e curcuma.
Che cosa pensa dell’alimentazione vegana e di quella vegetariana?
Sono delle alimentazioni basate sull’esclusivo consumo di vegetali con l’aggiunta di uova, latte e suoi derivati nei vegetariani e di soli vegetali nei vegani che ritengono le proteine di origine animale responsabili di tante malattie croniche. In particolare i vegani ritengono che con la loro dieta rispetto a tutte le altre vi sia una maggior riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari e di tumori. Sicuramente questo avviene rispetto ai consumatori abituali di grassi animali e in particolare di carni rosse ma non vi è nessuna dimostrazione di un vantaggio della dieta vegana rispetto ad una corretta dieta basata sulla dieta mediterranea che ha come fondamenti l’olio extravergine di oliva, pasta, frutta, verdure e pesce.
Alimentazione e non solo. Sono numerosi i fattori che generano il cancro: quali i suoi consigli per prevenire i tumori?
Fondamentale è la profilassi primaria cioè la riduzione dei fattori di rischio che significa ad esempio alimentazione corretta e lotta al fumo (responsabile del 30% di tutti i tumori e dell’80% dei tumori polmonari). Altrettanto importante è la prevenzione secondaria cioà la diagnosi precoce mediante la partecipazione ai programmi di screening (mammografia annuale dopo i 40 anni, PAP test ogni 2 anni, sangue occulto nelle feci dopo i 50 anni anche se tutti dopo questa età dovrebbero fare una colonscopia almeno una volta nella vita).
Lei è impegnato in prima linea anche nello sviluppo di nuovi farmaci a bersaglio molecolare. Ci illustra gli effetti e i miglioramenti che porteranno?
Negli ultimi anni sono stati fatti enormi passi in avanti nel capire i meccanismi di azione attraverso i quali insorgono e proliferano i tumori. Questo ha permesso di sviluppare una serie di farmaci biologi a bersaglio molecolare che hanno migliorato la sopravvivenza in molti tumori come ad esempio quelli della mammella, del colon-retto e del polmone. Oggi si parla di terapie personalizzate in base alle caratteristiche cliniche del paziente e soprattutto di quelle biomolecolare del tumore.
Un’altra sua grande passione è la musica. Con il suo gruppo “Effetti collaterali” suona e si esibisce in serate di beneficenza. Come nasce questo progetto?
È una passione che ho fin da ragazzo. Gli “Effetti collaterali” sono il gruppo musicale del nostro ospedale che si impegna da anni in serate di beneficenza e questo ci permette di mettere la nostra passione al servizio degli altri.
Adelaide Borrelli