NAPOLI – Quando nel 2011 lo scrittore statunitense Andy Weir autopubblicò un ebook che raccontava la storia di un astronauta che doveva sopravvivere da solo su Marte, difficilmente avrà pensato che di lì a poco tempo il suo romanzo sarebbe stato adattato sul grande schermo.”Sopravvissuto – The Martian” è un film che racconta la storia di sopravvivenza dell’astronauta-botanico Mark Watney (Matt Damon) sul pianeta Marte. Durante una violenta tempesta di sabbia, Watney viene creduto morto dal suo equipaggio. A quel punto la comandante Melissa Lewis (Jessica Chastain) non può far altro che ordinare al resto dell’equipaggio di abbandonare Marte con la navicella con cui sono sbarcati, a causa della pericolosità della tempesta. In realtà Watney non è morto e, dopo aver capito in quale difficile situazione si trova adesso, decide di non darsi per vinto. Abbandonato su un pianeta inospitale per la vita umana e creduto morto dal mondo intero, egli dovrà cercare un modo per sopravvivere con le poche risorse che a disposizione. Inoltre, dovrà tentare anche di contattare la NASA per poter ricevere degli aiuti, poiché la prossima missione su Marte è prevista tra un paio di anni.”Sopravvissuto – The Martian”, diretto dal famoso cineasta Ridley Scott, è indubbiamente un lungometraggio che esalta la forza dell’intelletto umano e della conoscenza. Grazie ai suoi ragionamenti calmi e sensati, Watney riesce sempre a trovare la soluzione giusta per poter risolvere i problemi e le difficoltà che affronterà durante il suo periodo di sopravvivenza. A differenza di altri film, come ad esempio “Interstellar”, qui il protagonista non compie quasi mai dei gesti avventati o istintivi che potrebbero ucciderlo.Senza l’ottima interpretazione di Matt Damon e l’ottimismo misto ad umorismo del suo personaggio, questo film difficilmente sarebbe stato così bello. Purtroppo il resto degli attori presenti in questo lungometraggio non ha dato una grande prova delle loro doti recitative, a causa dei loro personaggi un po’ bidimensionali. Infatti, l’equipaggio di Watney e le persone che lavorano alla NASA durante il film prendono spesso delle decisioni abbastanza prevedibili e a tratti scontate. Per questo motivo, il personaggio di Damon regge da solo sulle sue spese tutto il peso di questo blockbuster. Grazie al suo atteggiamento positivo, Watney riesce perciò a trovare la forza per andare e non impazzire nemmeno durante le situazioni più difficili. Tuttavia, se il personaggio interpretato da Damon avesse mostrato più momenti di debolezza, questo avrebbe reso il film più emozionante ed interessante. Gli atteggiamenti che assume Watney durante la storia vanno molto bene nella vita reale, ma per un film questa cosa toglie un po’ di pathos alla storia. Inoltre, a causa sempre del suo atteggiamento e dei modi veloci con cui riesce sempre a trovare delle soluzioni per sopravvivere, non si avverte sempre una grandissima suspense nelle situazioni di pericolo. Nonostante tutto, bisogna dire che la storia rimane comunque molto godibile e l’atteggiamento di Watney aiuta anche a spezzare i momenti più seriosi che potevano far abbassare l’attenzione dello spettatore.Una delle cose più positive di questo lungometraggio è indubbiamente l’ottima accuratezza scientifica vista ad esempio per la questione delle patate, dell’acqua, il paesaggio di Marte e il generatore termoelettrico a radioisotopi. Per poter raggiungere questo risultato è stato utilizzato come consulente scientifico James L. Green (il direttore della Planetary Science Division della NASA) che, inoltre, ha lodato il film proprio per la sua accuratezza scientifica. Il pianeta Marte che è stato mostrato in questo lungometraggio, riprodotto grazie alle riprese nella valle di Uadi Rum in Giordania, ha un aspetto molto desolante ed affascinante (la cui bellezza è accentuata nella versione 3D del film). Inoltre, come in altri film fantascientifici del passato, c’è anche una bella dose di buonismo (che in questo caso ci sta bene con il tono della storia) che raggiunge il suo apice con il curioso atteggiamento che la Cina assume nei confronti degli USA. Anche i ragionamenti di Watney e delle persone che lavorano alla NASA per trovare delle soluzioni ai problemi presenti nella storia sono molto interessanti da seguire e non appesantiscono per niente il ritmo del film. Infine, Ridley Scott e Drew Goddard (lo sceneggiatore che ha adattato per il grande schermo il romanzo di Weir) sono stati bravi anche a rendere più leggeri e comprensibili per lo spettatore medio i dialoghi in cui era presente un linguaggio pieno di tecnicismi.
Voto: 8-
Sabato Gianmarco De Cicco